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Dolce & Gabbana stile "Il Quarto Stato". Nuova campagna del brand. FOTO

Dolce & Gabbana, nella nuova campagna pubblicitaria sfila "Il Quarto Stato" di Pellizza da Volpedo. Nasce una nuova polemica per la famosa griffe

Dolce & Gabbana, polemica per la riproduzione de Il Quarto Stato

Dolce & Gabbana nella nuova campagna promozionale inneggia al Quarto Stato, ma le differenze rispetto all'opera del 1901 di Pellizza da Volpedo sono evidenti. Una nuova polemica contro il noto brand? Se per molti può sembrare una rivisitazione moderna e sicuramente fashion del celebre dipinto, altri possono storcere il naso ritenendo questa riproposizone assai lontana dal valore simbolico del quadro.

Le due versioni de Il Quarto Stato a confronto

Le differenze sono molteplici e facilmente rintracciabili come evidenzia Il Fatto Quotidiano; partendo proprio dagli abiti, nella versione pittorica indicativi di uno stile di vita povero ma comunque dignitoso, in quella firmata da Stefano Gabbana e Domenico Dolce sicuramente simbolo di un benestare elitario e sfrontato, che fa dello sfarzo e della "riccanza" il proprio punto di forza.Abiti da 2.800 euro che per nulla rispecchiano gli ideali dei lavoratori rappresentati nell'opera conservata al Museo del Novecento nella capitale meneghina; una nuova polemica che, dopo il caso dello spot cinese, torna a far parlare del marchio italiano.

Anche l'avanzare dei due gruppi è assai lontano da una similitudine, da una parte, nel quadro, siamo di fronte ad una compatta schiera di individui uniti da un obiettivo comune, il raggiungimento di una condizione umana dignitosa che rispecchi i diritti dei lavoratori, dall'altro una sfilata di ostentazione "barocca" dove l'ideale massimo è l'autocelebrazione della propria condizione.

Il Quarto Stato e il "sentire" di due epoche diverse

Abiti che rispecchiano al meglio queste due visioni del Quarto Stato, la prima storica nutrita del significato emblematico di un'epoca e di uno stile di vita non soddisfacente, dall'altro un Quarto Stato dove l'estetica e l'autocelebrazione possono essere presi come modello del vivere moderno, dove spesso quello che conta è l'apparenza (si pensi ai social) e non il valore del contenuto.