Costume

Ermenegildo Zegna, a Milano il fashion show che usa ciò che esiste

#UseTheExisting, per Zegna, è un mindset che parte dai tessuti per arrivare alle collezioni. Anche la scenografia della sfilata usa ciò che esiste

#UseTheExisting, per Zegna, è un mindset  che parte dai tessuti per estendersi alle collezioni e oltre. Ermenegildo Zegna XXX è il laboratorio d’avanguardia dove, sotto la direzione artistica di Alessandro Sartori, questa pluralità di azioni confluisce in un universo sfaccettato, in continua evoluzione.  Questa stagione, anche la scenografia della sfilata usa ciò che esiste: un’installazione immersiva, ospitata nello spazio di un’ex fonderia milanese, realizzata in collaborazione con l’artista americana Anne Patterson e composta con migliaia di nastri ricavati da avanzi di tessuti Zegna delle precedenti sfilate. Un enorme cubo sospeso – un gioco di colore, materia e luce – che sembra solido, ma è in realtà trasparente. Conferendo al materiale una qualità immateriale, l’opera invita gli spettatori al coinvolgimento e all’interazione, non soltanto visiva.

In questa geometrica foresta di fili, si materializza la collezione Ermenegildo Zegna XXX Inverno 2020. Una ridefinizione del tailoring delinea lo spirito della stagione, mentre il know-how sartoriale di Zegna viene esplorato in nuove direzioni ibride. La silhouette è pulita e stratificata; il layering dei capi è accentuato; dettagli ergonomici come le tasche applicate aggiungono una nota funzionale. Gli abiti a tre bottoni con giacche a un petto e mezzo leggermente squadrate e pantaloni stretti sul fondo sono indossati con blouson voluminosi; le overshirt con zip e scollo profondo sostituiscono le camicie tradizionali. Il gilet sartoriale fa il suo ritorno come passe-partout, con o senza l’abito. Un processo di evoluzione costante definisce nuove forme: blazer a vestaglia con cintura; cappotti dai volumi ampi con profonde pieghe posteriori; cappotti ispirati dai parka; camicie che diventano blouson a manica corta.

I tessuti diventano sempre più sperimentali, ampliando ulteriormente l’approccio #UseTheExisting nelle mischie di fibre naturali e sintetiche. L’effetto moiré, i macro-check e i paesaggi digitalizzati sono sviluppati attraverso stampe, jacquard e lavorazioni devoré, che giocano con strati e forme diverse. Anche i tessuti semplici come la flanella di cashmere riciclata o l’Achillfarm, il panno di lana interamente realizzato con gli scarti della confezione degli abiti, sono estremamente innovativi. La pelle di vitello è incisa al laser, tagliata a mano e stampata, oppure spazzolata con tecniche speciali che le conferiscono una texture vissuta. Una speciale selezione di materiali tessuti a mano, è stata inoltre sviluppata con la comunità di San Patrignano.

Gli accessori sono funzionali: stivali e polacchini lucidati con suola importante, marsupi oversize, borse morbide. La INSTA-PACK, nuova icona del brand, una cross-body bag ispirata al mondo della fotografia contemporanea, presenta dettagli sartoriali e un logo Zegna d’archivio disegnato dal designer olandese Bob Noorda nel 1980.

La collaborazione con Leica si traduce in una serie di borse, accessori e tracolle per la macchina fotografica che fa parte di un dialogo più ampio tra i due brand e che evolverà successivamente in un progetto fotografico volto a rappresentare il concetto di modern masculinity attraverso lo sguardo femminile.

Il gioco di metamorfosi di trame e forme è esaltato da una palette di tonalità neutre come il mastice, l’arenaria, il cloudy sky, il quarzo marrone e il loden scuro illuminati da tocchi di oro rosa, rame, ambra rossa e blu pavone e completata dal nero opaco.

“In Zegna ho il privilegio di sperimentare a tutti i livelli, dalla mischia di fibre fino alle forme sartoriali più evolute – spiega Alessandro Sartori – è tutta questione di rimescolare o ibridare le categorie andando oltre i confini convenzionali per esplorare nuovi territori: è questo il nostro nuovo lessico sartoriale. Una sperimentazione porta a quella successiva, in un dialogo continuo, sempre ricordando che la nostra “arte” ha il dovere di rispettare la terra. È la nostra missione, sia come esseri umani che come designer”.

L’installazione Art for Earth di Anne Patterson sarà aperta al pubblico fino al 31 Gennaio 2020.

Crediti

Alessandro Sartori, Artistic Direction

Wladimir Schall, Music

Bureau Betak, Event Design, Direction and Production