Costume

F. M. Zollo racconta l’evoluzione dell’imprenditoria in Italia nel 2021

Francesca Lovatelli Caetani

Francesca Lovatelli intervista il poliedrico imprenditore italiano Francesco Maria Zollo. Facility e servizi sono le sue attività principali

L’evoluzione dell’imprenditoria in Italia nel 2021, raccontata da un imprenditore italiano poliedrico: Francesco Maria Zollo. Facility e servizi sono le attività principali dell’imprenditore Francesco Maria Zollo, intraprendente, perfezionista e con un acuto senso per gli affari. Manodopera specializzata, gestione carico e scarico merci e magazzini in e out, confezionamento per il mondo del food, servizi di pulizie, carico e scarico bagagli di aerei, questi alcuni servizi delle società di Zollo, che comprendono anche due agenzie interinali. Lo abbiamo intervistato per avere un quadro della situazione del suo settore.

Come è andato il 2020 per quanto riguarda le tue attività?

 

“Con quello che è successo, per fortuna nel settore sevizi siamo riusciti a sopperire mancanze di alcuni clienti”-dice Zollo-“ all’inizio del Covid abbiamo perso molti magazzini logistici che rifornivano il food, perché ristoranti e fast food erano chiusi e non c’era lavoro né in entrata né in uscita. Nei grandi magazzini, invece, la distribuzione ha lavorato molto di più, soprattutto in uscita e abbiamo, di conseguenza, fatturato di più. Il quadro generale ha creato diversi disagi, siamo stati fortunati e abbiamo lavorato al 70% della nostra forza lavoro e portato discreti risultati, anche se, ovviamente, all’inizio le perdite sono state importanti.

 

Non abbiamo mai richiesto cassa integrazione o utilizzato aiuti statali, perché ho grande esperienza del settore e sapevo che la cassa integrazione non sarebbe arrivata-o sarebbe arrivata in ritardo. Là dove viene richiesta, infatti e i dipendenti non vengono pagati e dopo tre mesi devono rientrare, non ritornano, quindi avere cantieri nei quali i dipendenti non tornano è un problema, quindi abbiamo sostenuto i nostri dipendenti e le attività sono ripartite dopo Pasqua dell’anno scorso”.

Quali hanno registrato un + e quali la crisi?

“E’ stato un anno difficile e strano, alcune attività hanno portato un più, come il food e la grande distribuzione, la gente faceva la spesa per paura di restare chiusa in casa e noi rifornivamo i supermercati il doppio e triplo. Poi abbiamo avuto un calo a metà lockdown, da inizio a fine estate e, ora, con il timore di un nuovo lockdown è successa la stessa cosa, un più all’inizio e un meno successivamente. A livello generale c’è stato un meno 30% e un più per un breve periodo”.

Come vedi il futuro del tuo settore lavorativo?

“Il mondo dei servizi e della somministrazione ogni anno prende sempre più piede, dà la possibilità alle aziende di respirare e avere flessibilità nella gestione dei costi fissi, ma questo lavoro va fatto con trasparenza e onestà e solo in questo modo puo’ dare tante soddisfazioni. Noi possiamo dare una mano a piccole e medie aziende e creare l’opportunità di movimentare qualcosa in più a livello finanziario e gestionale , evitando a loro carico tanti dipendenti e spese.

A volte facciamo un po’ da banca per loro, i dipendenti sono nostri e noi, invece, ci facciamo pagare a 60 giorni per esempio”.

Come ti sei organizzato per una ripartenza di tutte le attività?

“Ogni giorno vengono prese decisioni sbagliate per far ripartire l’economia italiana ci vorrebbe altro; siamo ai minimi storici e, se non ci diamo una mossa per far ripartire le imprese, diventeremo una sorta di esca per altri Paesi e altri poteri, che compreranno marchi e attività. Non ho un’idea chiara per far ripartire le mie attività; cerco di metterci grande amore e impegno, sostenendo le attività. Sono fortunato, perché ho lavorato bene in tutti gli anni passati e posso farlo, ma non tutti sono nella mia stessa condizione, sono tantissime le chiusure, si fa fatica a lavorare con l’estero. Bisogna prendere una decisione, la mia è quella di continuare a sostenere tutte le mie attività, sperando in meglio nei prossimi mesi”.


 

Lo smartworking sarà il futuro, a tuo parere?

“Purtroppo in Italia non siamo pronti, non puo’ essere il futuro; la cosa più bella è stare insieme alle persone, dare loro la mano, capire chi hai davanti ai tuoi occhi, tutto cio’ fa la differenza, tra imprenditori, come con i dipendenti, i sindacati, etc; non credo molto alle call, non si puo’ basare tutto solo sugli strumenti tecnologici”.

Sei un imprenditore molto impegnato a livello sociale; credi che la gente sia cambiata in meglio?

“Ho una mia associazione che seguo sempre con passione , le cause sociali mi piacciono da sempre ma la gente, oggi, è cambiata in peggio, forse per i problemi di lavoro, la paura, c’è tanta invidia in più e non vedo nessun miglioramento, né un avvicinarsi al sociale per fare del bene. C’è grande negatività purtroppo, invece il mondo deve cambiare”.