Costume

Fuorisalone 2019, a Milano il genio visionario Marc Ange incontra St. Germain

Victor Luca Venturelli

Dal genio visionario e creativo del designer italo-francese Marc Ange, in collaborazione con St. Germain, Palazzo Cusani diventa luogo da favola e da sogno

Palazzo Cusani, nel cuore del Brera Design District a Milano, diventa un mondo immaginifico dove arredamenti floreali e installazioni esotiche si fondono a creare una cornice soft, composta da forme eleganti e colori caldi capaci di immergere lo spettatore in un'atmosfera onirica.
Dal genio visionario e creativo del designer italo-francese Marc Ange, in occasione del Fuorisalone 2019, il celebre edificio meneghino diventa luogo da favola dove poter immergersi nel visionario mondo utopico dell'artista.
Un percorso espositivo che porta chiunque varchi la soglia dell'ingresso, in Via Brera 15, a vivere un sogno ed esserne veri protagonisti. E' proprio dalla corte interna che inizia quello che è un vero e proprio viaggio sensoriale.

Forte della partnership con St. Germain il designer di base a Los Angeles, ha creato un'installazione apposita L'Albero-Fiore capace di racchiudere in sè l'essenza del noto liquore francese che ancora oggi segue il metodo di lavorazione artigianale ed è realizzato con fiori freschi di sambuco, selezionati a mano e raccolti una volta all’anno, in tarda primavera.

Per gustare l’Extraordinary World di Marc Ange e St-Germain in un’esperienza sensoriale completa, i visitatori possono ammirare L’Albero-Fiore degustando cocktail firmati St-Germain. In particolare, la brand ambassador Rachele Giglioni ha presentato il cocktail Il Giardino di St-Germain: "Il Giardino di St-Germain fa esplodere in bocca un prato fiorito, dove le note floreali si uniscono a quelle agrumate ed il basilico, il re degli orti, infonde nei sensi il suo intenso profumo"

Fusion & Composition, sono queste le chiavi di una collaborazione che trova il proprio coronamento nella resa materiale de L’Albero-Fiore all'interno de Il Giardino di St-Germain.
Marc Ange ha creato ad hoc un albero metallico verde e bianco che nasce dalla composizione di iconiche palme, sua cifra stilistica, che a loro volta scaturiscono da una sfera di materiale sterile. Al suolo, un tappeto di fiori organici che sembrano essere caduti proprio dall’albero metallico, come a rappresentare l’attimo immediatamente successivo all’effimero momento di fioritura della pianta.

Affari Italiani ha avuto modo di entrare ancora più in profondità nel sogno onirico e utopico di Marc Ange scoprendo attraverso le parole del designer la struttura del percorso espositivo.

Partiamo dal concept della tua arte, e in particolare dell'esposizione in occasione del Fuorisalone.

Tutto parte dai miei ricordi, dalla mia giovinezza e dalle prime paure. E' una sorta di dimensione dell'infanzia che trova riscontro nelle mie installazioni. Tutto ha a che fare con i sogni, con l'età puerile. Le mie opere vogliono essere dei racconti e rappresentare delle storie.

In esposizione possiamo ritrovare il famoso Le Refuge che però ha avuto una evoluzione.

A Palazzo Cusani possiamo ritrovare una variante de Le Refuge, ovvero Le Refuge de la nuit.
Quello precedente è stato creato con le foglie di metallo ed è pensato in una logica out door back, una cosa che mettiamo a bordo piscina o in giardino.
Quello presentato a Milano è un vero e proprio letto, una sorta di foresta dei sogni in cui quando ti sdrai ti senti avvolto da queste foglie capaci di racchiuderti in un vero e proprio rifugio della notte. Lo stile è classico, elegante tipicamente italiano.

Per i vari Le Refuge ho usato diversi materiali, legno, marmo. In questa versione ho voluto utilizzare questo terrazzo che eleva il letto. Per le palme ho voluto rivestirle di un tessuto che le rendesse molto soft, morbide, dolci. Una foresta di nuvole capace di proiettarti in un sogno.

Tu sei nato in Italia hai vissuto in Francia e ora vivi a Los Angeles, come rappresenti nelle tue opere ed installazioni queste diverse influenze e culture?

Io sono italiano di sangue, poi mi sono trasferito all'età di cinque anni in Francia lasciando amici, nonni ed iniziando una nuova vita. Questo mi ha portato ad avere delle paure, mi sentivo piccolo in una realtà nuova; ecco così che ho iniziato a fantasticare e mi immaginavo le foreste, gli animali e le mie paure.

Ho mantenuto negli anni un amore per Roma, per la storia, per il Caravaggio; l'intensità di un Paese come l'Italia. Una nazione antica, a tratti esagerata che mi piace molto. Allo stesso tempo ho messo un po' della mia anima fashion. Poi ho avuto le influenze parigine che mi hanno portato ad avere un rigore ed una schematicità.

Ho cercato di perseguire l'incontro tra diversi fattori, dalle mie paure alle mie sicurezze, le diverse influenze culturali che mi identificano come uomo e come artista.

Avendo diverse influenze culturali e rappresentando con le tue installazioni un'atmosfera esotica e lontana dai canoni europei, come ti stai muovendo nel mercato e quali opportunità ti si stanno aprendo?

Il mercato è una vera sorpresa. C'è stato un ottimo riscontro e una tendenza ad acquistare le installazioni più grandi rispetto a quelle più piccole. Un esempio è Le Refuge da outdoor, ne abbiamo venduti tanti. Un altro riscontro positivo lo abbiamo avuto dall'oggettistica e di cose più adatte, come le lampade.

Le installazioni risultano molto scenografiche, quasi cinematografiche. Hai mai pensato di investire in questo mondo?

Ancora non mi sono interfacciato direttamente con questa realtà, però un aneddoto negativo e in parte positivo legato al cinema è stato quando hanno fatto l'apertura durante un festival cinematografico in Cina.
Il red carpet degli arrivi delle stars e delle celebrities riproduceva con delle imitazioni alcune delle mie installazioni e questa è stata una cosa un po' triste.
Però anche nel mondo del cinema si sono viste le mie opere, per quanto non originali.