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I segreti della felicità sono semplici, ma la società dei social non ci aiuta

Daniele Rosa

Lo psicologo israeliano Tal Ben Shahar : soffrire per imparare a vivere felici

‘I segreti per vivere felici sono tre e apparentemente semplici: fare esercizio tre volte a settimana ( è efficace como un antidepressivo), prendere coscienza che si è umani e pertanto a volte si può’ soffrire, terzo passare quanto più tempo possibile con la gente a cui vogliamo bene’ sono l’essenza della filosofia del più grande esperto di Psicologia Positiva, l’israeliano Tal Ben Shahar che, per primo, ad Harvard ha tenuto un seminario su questi temi.

Seminario partito in sordina con soli 8 allievi e diventato il progetto più seguito con quasi 1000 iscritti.

La capacità di Shahar è stata quella di dare alla ricerca della felicità una base scientifica.

Parte della teoria di Shahar è stata ripresa in un’intervista rilasciata a Madrid al ‘El Mundo’ ma sono i concetti che esprime nei suoi libri.

Consigli semplici, come potrebbero dare i tuoi nonni, ma a volte difficili da realizzare poiché la società di oggi vuole altro. Essa ci crea confusione e mette a dura prova le capacità del nostro cervello.

La resilienza è il nostro sistema immunitario

Infatti la moderna società non crede nella semplicità ma predica esattamente il contrario dicendo che la chiave della felicità è comprare, trionfare, salire…

 

‘Il problema-dice il ‘padre’ dlla felicità-è che a volte pensiamo che l’uomo sia come una macchina, migliore quanto più produce. Questo assunto non vale per l’uomo. Cioè non è affatto vero che siamo ok solo se produciamo più soldi, se siamo sempre più famosi o se raccogliamo moltissimi like. Questo modello di ‘falsa felicità’ è nato da poco tempo per due rivoluzioni ben precise:quella informatica e quella dei social network’.

 

Parrebbe strano che cellulari, computer e reti come Facebook, Instagram o altro siano la causa scatenante.

 

‘ Invece-continua Shahar- questo bombardamento di informazioni sottopone il nostro cervello a sfide un tempo inimmaginabili. Basti pensare che ogni giorno riceviamo informazioni in un volume tale che la generazione passata riceveva, forse, in tutta una vita.E questa, per il nostro cervello , è una sfida senza precedenti’.

 

E quale il motivo?

La resilienza è il nostro sistema immunitario

‘ Semplicemente perché siamo stati fatti per una vita reale. Mentre ora prevalentemente ci confrontiamo con un mondo virtuale. Bisogna avere chiaro in testa che il principale pilastro della felicità è l’infelicità. Dobbiamo essere consapevoli che l’opportunità di provare queste emozioni è un fattore determinante. Bisogna tornare ad essere capaci di avere emozioni negative accettandole come un qualcosa che è parte della sfera umana’.

 

Nei libri di autoaiuto dello psicologo israeliano come ‘La ricerca della felicità’ si legge che se ognuno di noi non prova a volte paure, ansietà o tristezza non potrà mai essere coraggioso né generoso.

Non esistono emozioni morali o immorali ma solo azioni morali o immorali.

‘ I miei libri hanno una base scientifica solida ,non voglio regalare fumo. Viviamo nella società della velocità dove pare normale avere amore veloce, pasti veloci , felicità rapida. La realtà non è questa’.

 

E questo concetto della velocità ha un senso se pensiamo, ad esempio, alle pubblicità di corsi che promettono di insegnarti una lingua in un battibaleno, e magari molti ci credono.

 

‘Chi ha la fortuna di trovarsi in una posizione epicale della società-secondo Shahar-come un amministratore delegato, un capo politico o il direttore di una università deve essere capace di usare questo potere per cambiare in meglio le cose. A volte questo potere viene usato solo per pensare a come migliorare solo la propria condizione personale’.

 

La paura di fallire è uno dei mali della nostra epoca e come se ne esce?

 

‘Imparare a fallire o fallire per apprendere. Tutta la storia passata ha dimostrato che i più grandi scienziati e geni sono passati attraverso molti fallimenti’. Insomma bisogna fallire per risorgere.

 

E in quanto alla depressione, altro male dei nostri tempi, nel libro si legge che essa è una tristezza senza speranza. L’esempio che l’autore fa è chiaro ‘ immagina di essere una stella del rock. Durante gli anni è stato infelice come tanti di noi, però è convinto, sbagliando, che tutto possa passare se riempie i suoi stadi di gente e tutta la sua vita ruota attorno a questo’.

 

La ricetta  di Shahar è semplice ‘ cercare uno scopo nella vita che vada aldilà della tua autosoddisfazione’. Occupazioni modeste,magari volontarie a volte rendono molto più felici di tate altre.

 

Ed infine essere resilienti aiuta?

 

‘La resilienza- conclude lo psicologo-è un po’ l’equivalente del nostro sistema immunitario. La gente in salute a volte può’ stare male ma con un buon sistema immunitario il corpo reagisce e si recupera velocemente. Se ci si trova di fronte a sfide, invece di fuggire da esse, dobbiamo rinforzare la mente per affrontarle e saremo sempre più forti’.