Costume
Il mistero Pasolini. In tutto il mondo si celebra il centenario della nascita
Pier Paolo Pasolini è stato un intellettuale poliedrico. I suoi interessi simultanei per la poesia, la letteratura, il giornalismo e il cinema
Vide Pasolini il pericolo dei nuovi strumenti di comunicazione e cioè della televisione massificata e di una distruzione tecnologica che il tessuto rurale e contadino dell’Italia stava subendo. Pasolini aveva capito che il micidiale vincolo del consenso di massa avrebbe degradato prima, e distrutto poi, la società civile come è effettivamente avvenuto. Inseguire infatti i gusti della massa non poteva -ragionava l’intellettuale friulano- che abbassare il livello qualitativo e Pasolini non conosceva Internet e i Social.
Pasolini che sintetizzò in un articolo, “Il vuoto del potere”, apparso sul Corriere della Sera il 1 febbraio 1975, la sua amarezza per la trasformazione dell’Italia rurale a lui cara con la frase divenuta famosa della «scomparsa delle lucciole dalle campagne italiane» che non significava solo le lucciole come insetti, ma si trattava di “lucciole simboliche”, ”lucciole sociologiche” rappresentative del cambiamento profondo del tessuto sociale italiano dovuto all’affermarsi del consumismo che PPP identificava con un nuovo “fascismo democristiano” solo apparentemente svuotato di potere e per questo ancor più pericoloso perché non visibile e contro cui non c’erano anticorpi.
Alberto Moravia, nella sua commemorazione, in un famoso discorso pubblico disse che la perdita di Pasolini era una perdita immensa perché “di poeti veri ne nascono pochissimi. Al massimo un paio in ogni secolo”. La sua fine è ancora avvolta nel mistero. L’unico colpevole identificato è stato Giuseppe Pelosi, conosciuto come “la rana”, uno di quei ragazzi di vita che costellano le sue opere. Tuttavia la verità è tutt’altro che accertata. Il Pelosi cambiò più volte versione e da ultimo la genìa dei complottisti si è impossessata dell’argomento e così i possibili moventi si sono moltiplicati: da uno politico maturato nell’ambiente neofascista romano si è passati poi a quello industriale, per il suo ultimo libro “Petrolio” incompiuto e poi a quello del riscatto per la sparizione delle copie del film “Salò o le 120 giornate di Sodoma”, con l’immancabile comparsa della Banda della Magliana. La verità resterà celata tra le reti a bilancia dei pescatori e di quegli scogli inquietanti e meravigliosi che così tanto lo affascinavano.