Costume
L'hospitality nel post Covid, il 38% degli operatori pensa di cambiare lavoro
I risultati di un'indagine di Medallia Zingle sugli operatori di diverse parti del mondo. Per il 61% il proprio lavoro è diventato meno gratificante
Hospitality, le principali problematiche
Dal report è emerso che la propensione a lasciare la propria occupazione da parte degli operatori si connette a tre motivi pricipali: 1) "preoccupazione per la salute e la sicurezza", 2) "incertezza del lavoro" e 3) perché "i lavoratori hanno ottenuto nuovi posti di lavoro durante la chiusura".
Il mondo dell’hospitality ha inoltre il problema di fare fronte a nuove assunzioni: una situazione denunciata da più della metà (52%) dei partecipanti all’indagine e dovuta alla difficoltà di trovare "candidati abbastanza qualificati", alla "mancanza di risorse per offrire retribuzioni e vantaggi competitivi" e "di flessibilità e di opzioni di home/smart working".
Feedback che rappresentano un campanello d’allarme soprattutto in considerazione del momento cruciale per il rilancio di questo settore e dell’imminente avvicinarsi del periodo clou delle vacanze natalizie. Nel contempo delinea un ruolo ancora più strategico del coinvolgimento dei dipendenti.
"Tutti i settori sono stati colpiti dalla crisi scaturita dall’emergenza Covid-19, ma il settore dei viaggi e dell'ospitalità ha avuto un impatto particolarmente significativo", ha affermato Ford Blakely, fondatore, vicepresidente senior e direttore generale di Medallia Zingle. “La volontà o l’intenzione del 38% del personale di cambiare lavoro è un dato allarmante, ma le aziende di questo mercato devono considerare oggi più che mai che, grazie alla tecnologia e a opportune strategie di comunicazione, hanno l’opportunità di ascoltare le proprie persone e creare una forza lavoro più pro-attiva e coinvolta, più entusiasta e maggiormente disposta a impegnarsi di più, senza troppo guardare il ritorno economico".
Sfide che il mercato dell’hotellerie deve affrontare, dal momento che lo studio di Medallia Zingle ha evidenziato che il 61% degli operatori del settore afferma che i propri ruoli sono più difficili e meno gratificanti dall'inizio della pandemia e un quarto (24%) che la propria esperienza di lavoro è peggiorata, oltre a sentirsi meno coinvolto. Aspetto che si riverbera inevitabilmente sulla qualità dei servizi: il 27% afferma che anche l'esperienza fornita agli ospiti è peggiorata dall'inizio della pandemia.