Costume
“La passione per l’ospitalità ci ha fatto superare la crisi”
L'Intervista a Carlo Volpini proprietario dell’hotel Cavalieri del Mare in Versilia
“Ho scelto “Cavalieri del mare” perché volevo un nome non banale che evocasse l’antica storia di questa villa e la sua vicinanza al mare.” Così Carlo Volpini che, insieme alla moglie Sandra, ha trasformato un’antica villa nobiliare del 1700 nell’affascinante hotel “Cavalieri del mare” di Ronchi, in provincia di Massa, spiega la scelta del nome, stigmatizzato in un elegante logo raffigurante due cavalieri dorati che cavalcano le acque. Soggiornare qui, aggiunge alla gioia di trascorrere le vacanze in Versilia, il fascino di scoprire la storia di questa terra, i personaggi famosi che vi hanno soggiornato e fenomeni misteriosi apparsi in questa antica residenza immersa in uno splendido parco di lecci, pini marittimi e bambù. L’hotel dei Cavalieri del Mare si trova sull’antica via del Sale, strada che univa il Ducato di Massa con quello di Modena e Parma. Abbiamo incontrato i proprietari che con grande passione gestiscono questo gioiello architettonico.
A chi apparteneva la villa?
Era la residenza estiva di caccia della famiglia Sforza, una tra le più importanti famiglie che all’epoca furono a capo del ducato di Milano. La villa risale al 1700 ed era una delle due uniche ville, l’altra era la Ronchesina, che esistevano in un’enorme pineta dove i nobili venivano a cacciare. La mia famiglia l’ha acquisita, nel 1989, a seguito di un fallimento. Faceva parte dei beni appartenente ad un politico romano.
E’ stato difficile la trasformazione in un hotel?
Si, è stato molto complicato ristrutturare perché le camere sono una diversa dall’altra e le belle arti non ci hanno permesso di modificarle. Alcune sono più piccole, altre più grandi con i travetti e le vecchie travi mezzane del 1700. Sono dell’epoca anche le scale in cipollino classico verde battuto a mano. Un materiale prezioso di cui esiste una sola cava a Pietrasanta che appartiene al Vaticano. Per realizzare i banconi della reception e del bar abbiamo dovuto chiedere l’autorizzazione a Roma.
E’ cambiata anche la struttura?
Non molto. Il corpo centrale della dell’antica residenza del 1700 è rimasto intatto come le due ali costruite nel 1800. E’ stata aggiunta solo una parte nuova sul retro. A latere abbiano trasformato in una dependance, riportando a vista gli ampi archi, una struttura che era adibita allo stallaggio dei cavalli. Abbiamo cercato di mantenere il più possibile l’antico tono anche con l’attenzione a ripristinare i pavimenti di marmo Bardiglio grigio volutamente non lucidi come gli originali. Abbiamo cercato di mantenere l’atmosfera dell’epoca con gli archetti, le lapidi, l’antico pozzo e tutti reperti che abbiamo trovato.
Tracce di storia?
Si, durante i lavori abbiamo eliminato una parete perché la stanza non corrispondeva alle misure originali ed abbiamo trovato una parete bianca con due braccioli, due catene ed una panca, forse una prigione. Nel giardino sono state rinvenuta due lapidi con i versi incisi di D’Annunzio e Micheloni ora visibili sulla facciata dell’hotel. Poi una antica meridiana con l’incisione “Horas non numero misi serenas”.
Sotto un cespuglio di edera abbiamo ritrovato un pozzo esagonale che ne nascondeva un altro a cupola in mattoni risalente all’anno 1000. Qui abbiamo reperito una bomba a mano della seconda guerra mondiale e, ancora più giù, scavando nel pozzo un servizio di piatti decorati a mano.
E’ vero che ha avuto un’esperienza esoterica in questo luogo?
Si, durante i lavori di ristrutturazione, negli anni 90, le prime notti ho notato, in cima ad una grossa palma una grande luce bianca. Subito ho pensato ad uno scherzo, forse un amico con una pila. Mia moglie era spaventata ma io no. Nei giorni a seguire la luce è entrata nella mia camera illuminandola ed io non ero spaventato ma provato una grande tranquillità, avvertivo una presenza positiva. Circa un anno dopo, la palma è morta e la luce misteriosa è sparita.
Da qui parte la via del sale….
Secondo i manoscritti conservati nel Palazzo Ducale di Massa risulta che da qui partiva la via del sale che collegava il Ducati di Massa a quello di Modena e Parma attraverso via Mandelli. Una strada che attraversa le alpi Apuane costruita con massi molti particolari. Quest’anno io e mia moglie abbiamo fatto l’esperienza di percorrerla. Un treaking molto affascinante ma un po’ faticoso.
La vostra è una gestione famigliare. Avete sofferto la crisi dovuta al Covid 19?
Si, quest’anno è stato molto difficile, abbiamo persino valutato l’ipotesi di non riaprire. Noi lavoravamo molto con i paesi scandinavi. Con la chiusura non sono arrivati turisti dal nord Europa e sono crollate le prenotazioni, ma ora abbiamo un turismo nazionale di passaggio che non vedevamo da tempo. Questo lavoro per noi è una passione ed i clienti sono soddisfatti dal clima di accoglienza e tranquillità che si vive nel nostro hotel. Non scegliamo il personale secondo il curriculum ma guardandole negli occhi.
Avete dei clienti famosi?
Si, soprattutto del mondo del calcio. Giocatori della squadra de Parma sono spesso nostri ospiti. Poi personaggi del mondo dello spettacolo come Gianfranco D’Angelo, Sergio Japino, Marco Columbro, Michela Miti, Laura Troschel, Simone Cristicchi. Soggiornano qui anche noti giornalisti di importanti quotidiani come il Sole 24 Ore.
La famiglia Volpini