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Madagascar, viaggio nella sua più grande isola: Nosy Be. FOTO
Nosy Be (Madagascar), il più incantevole scrigno di biodiversità del pianeta
Di Igor Righetti (www.igorrighetti.it)
Foto di Grigore Scutari (www.instagram.com/grego_ph)
Un viaggio a Nosy Be, la maggiore isola dell’arcipelago malgascio dopo l’isola madre del Madagascar (la Grande Terra), è impossibile da dimenticare. Ha una superficie di circa 320 chilometri quadrati; si trova a circa 8 chilometri dalla costa del Madagascar, nel canale di Mozambico, ed è abitata da oltre 65 mila persone in continuo aumento grazie allo sviluppo del turismo. La popolazione locale mostra la mescolanza di sangue indonesiano, africano, indiano e cinese. È una vera e propria esperienza. Si torna carichi di emozioni, di colori, di tramonti spettacolari, di sfumature variopinte della vita sottomarina, dei profumi inebrianti della vaniglia e di ylang-ylang (dai cui fiori si ricava l’omonima essenza usata anche per lo Chanel N°5), ammaliati dalla fauna e dalla vegetazione lussureggiante, dalle tante tradizioni di cui la popolazione va fiera. Si resta incantati dalle spiagge da sogno dove le maree cambiano di continuo il paesaggio. Si torna con gli occhi pieni dei sorrisi delle migliaia di bambini che, nonostante la grande povertà (il Madagascar è il quarto Paese più povero al mondo), non hanno perso la serenità né la dignità. È la dimostrazione che la felicità non si misura con la ricchezza economica. Ci si sente felici a donare loro un quaderno, matite, biscotti o caramelle. Molti di loro hanno imparato a ringraziare in italiano e tutti salutano con “ciao”. Del resto, a Nosy Be (in lingua malgascia significa “isola grande”) gli italiani residenti non mancano (tra direttori e proprietari di resort e hotel) così come i turisti del Belpaese che quando conoscono questa meravigliosa isola ci tornano con gli amici. Nel 2012, poi, un gruppo di volontari e di medici italiani ha qui realizzato una struttura denominata "Centro sanitario Santa Maria della Grazia" dove le prestazioni sono gratuite per la popolazione locale che ne ha bisogno e non può pagarle.
Prima di allora a Nosy Be (Nosy significa isola) non esisteva una vera struttura sanitaria e quel poco che c’è è molto precario e a pagamento per una popolazione locale di circa 65 mila persone in prevalenza di etnia Sakalava che, ad eccezione di quella parte impiegata nel turismo, vive solo di pesca, di allevamento di zebù (usati anche per i lavori agricoli), di coltivazione della manioca, riso (il principale prodotto alimentare dei malgasci), ylang-ylang, cacao, caffè e spezie come lo zafferano, la celebre vaniglia, i chiodi di garofano, il pepe e la cannella.
A proposito della vaniglia (il Madagascar è il primo produttore al mondo con circa l’80 per cento del mercato) segue il procedimento di lavorazione lungo e complesso, metodo Bourbon, tutto manuale. Per questo motivo la vaniglia è la seconda spezia più costosa al mondo dopo lo zafferano. Appartiene alla famiglia delle orchidee ed è originaria del Messico. Soltanto nel 1841 uno schiavo appena dodicenne di Réunion (allora conosciuta come Bourbon) escogitò un procedimento di impollinazione artificiale, metodo impiegato tuttora. Nel 1880 i coltivatori di Réunion esportarono la loro esperienza sulla vicina isola del Madagascar esattamente a Nosy Be caratterizzata da un clima umido tropicale favorevole allo sviluppo di questa pianta.
Nelle piantagioni, centinaia di fiori vengono impollinati manualmente dai produttori (sono necessari 600 fiori impollinati per produrre un chilo di bacche di vaniglia). Il fiore fecondato origina il frutto, i baccelli di colore verde chiaro senza profumo che maturano sulla pianta e vengono raccolti dopo 6 o 8 mesi. Quindi i baccelli vengono essiccati e lavorati per 10 mesi prima di ottenere la bacca nera profumata. Soltanto mediante questo trattamento gli enzimi contenuti nel baccello liberano la vanillina, l’essenza aromatica principale. Per alcuni villaggi costituisce la più importante fonte di reddito. Anche il cacao del Madagascar è considerato a livello mondiale di grande qualità: la sua coltivazione fu introdotta a metà dell’Ottocento dai coloni francesi. A Nosy Be le piantagioni si estendono per circa 4.500 ettari.
Dopo la crisi dell’industria della canna da zucchero ha cominciato a svilupparsi il turismo che sta portando una boccata d’ossigeno a migliaia di malgasci. Il numero dei turisti italiani aumenta di anno in anno: per questo motivo molti locali conoscono la nostra lingua.
L’isolamento geografico, le scarsità di comunicazioni interne e delle infrastrutture, lo sfruttamento indiscriminato operato in epoca coloniale prima dagli inglesi e poi dai francesi (come per il resto del Madagascar anche Nosy Be si rese indipendente dai francesi il 26 giugno 1960) sono alcuni degli elementi che concorrono a determinare l’arretratezza dell’economia malgascia. Le abitazioni dei villaggi sono costruite soprattutto in legno e lamiere, senza luce o acqua corrente. In alcuni centri sono presenti bagni pubblici con docce e servizi igienici.
La valuta ufficiale è l’Ariary malgascio che ha preso il posto del Franco malgascio (la banconota da diecimila corrisponde a circa 4 euro) ma sono molto ben accettati anche gli euro. Le carte di credito possono essere usate soltanto nei maggiori hotel e negozi di lusso. A Nosy Be, chiamata anche isola dei profumi (Nosy Manitra), la natura e gli animali sono i protagonisti assoluti: i vivaci e socievoli lemuri che vivono ancora in natura, tartarughe, coccodrilli, camaleonti (il Madagascar ospita circa la metà delle 150 specie presenti nel mondo), rane, uccelli tropicali sono soltanto alcune delle creature che popolano l’isola. La principale attrazione turistica di Nosy Be, così come del Madagascar, è senza dubbio la sua biodiversità, unica al mondo, con piante e animali che vivono soltanto qui.
Anche gli appassionati di snorkeling resteranno più che soddisfatti: i fondali corallini regalano immersioni con un’incredibile varietà di fauna sottomarina: pesci pagliaccio, pesci balestra, barracuda, mante, stelle di mare, anemoni, delfini e balene. Di grande suggestione le spiagge di Ambatoloaca e Madirokely o quella di Andilana, a Nord dell’isola. Nosy Be è un’isola vulcanica formatasi per distaccamento dal supercontinente Gondwana prima e dall’India poi: ha quindi subìto un corso molto diverso dal quello del resto del continente africano e delle altre isole dell’Oceano indiano. Nosy Be rivela scorci suggestivi anche a chi decide di avventurarsi nell’entroterra e vedere gli undici laghi vulcanici presenti sull’isola ma dove è vietata la balneazione in quanto popolati da coccodrilli.
L’isola ha un clima favorevole durante tutto l’anno, con due stagioni: quella secca, che va da aprile a novembre, e quella umida, da dicembre a marzo. Qui anche la frutta ha un altro sapore: l’avocado, la papaya, il mango e l’ananas sono più dolci che altrove. Da provare poi i frutti meno noti per noi europei come jack fruit, pok-pok, corossol e coeur de boeuf. La carne di zebù, invece, è la più amata dai malgasci (ma in occasione delle festività prediligono il pollo) mentre il pesce viene consumato quotidianamente in tutte le sue versioni.
Impossibile resistere al potere seduttivo di Nosy Be, dove il relax è assicurato in virtù dell’invidiabile stile di vita “mora mora” (in malgascio significa “piano piano”). Rappresenta la più importante meta turistica del Paese malgascio, ideale sia per concludere un viaggio alla scoperta del Madagascar, sia come destinazione esclusiva per un soggiorno balneare e alla scoperta della natura incontaminata, grazie alla presenza di numerose strutture ricettive di recente realizzazione e di elevato livello, alla sicurezza dell’isola e all’ospitalità dei suoi abitanti. Un’isola senza problemi di terrorismo o di delinquenza, dove si possono visitare villaggi senza il rischio di essere molestati. Anche sulle spiagge ci si può rilassare senza l’incubo dei venditori ambulanti come accade invece in tanti altri Paesi (e in Italia). Tre le religioni presenti: animista (la più diffusa), cristiana e musulmana che coesistono senza conflitti. Gli abitanti del’isola si spostano a piedi (molti sono scalzi), in bicicletta e non mancano le Renault 4 che testimoniano il passaggio francese. Un’esperienza da fare è quella di prendere un tuk-tuk, corrispondenti ai nostri taxi, Apecar Piaggio di colore giallo da 3 o 4 persone ma sui quali i locali riescono a salire anche in otto. Di grande suggestione anche l’entroterra.Per immortalare un paesaggio del genere con i suoi colori, i dettagli, i suoi animali in movimento e realizzare i ritratti dei bambini anche in condizioni di scarsa illuminazione abbiamo utilizzato la EOS 6D Mark II, fotocamera per fotografi appassionati e professionisti, reflex versatile e performante che consente grandi possibilità creative con immagini di elevata qualità. Una fotocamera ottima anche per realizzare video ad alta risoluzione.
Che cosa vedere
Riserva naturale di Lokobe
Circa 740 ettari di natura tropicale incontaminata a 450 metri di altitudine, una delle ultime aree di foresta primaria in Madagascar, l’unica presente sull’isola. È l’habitat di una grande colonia di lemuri macaco e di altre specie di lemuri, del camaleonte più piccolo del mondo (la Broochesia Minima, che raggiunge una lunghezza massima di poco più di 30 millimetri) di serpenti come il boa constrictor. Gli animali velenosi sono assenti.
Tour delle tre isole
Tre isole, una diversa dall’altra. Nosy Komba, l’isola dei lemuri, con vegetazione lussureggiante. Per avere i divertenti lemuri sulle spalle è sufficiente offrire loro un pezzetto di banana di cui sono ghiotti. Qui si trova il villaggio dei pescatori di Ampagorina con molti negozi e bancarelle di artigianato locale a prezzi ottimi come oggetti in legno, rafia, ferro battuto, batik, parei coloratissimi e tovaglie ricamate. Meravigliose le sculture realizzate in mogano, palissandro ed ebano.
Quindi si parte alla volta di Nosy Tanikely, “la piccola isola” che dal 2010 è parco nazionale marino e dove già a pochi metri di profondità si possono ammirare stelle marine, tartarughe giganti e pesci colorati. Gli appassionati di snorkeling resteranno più che soddisfatti. Con la vostra action cam GoPro, compatta e con grande risoluzione, potrete immergervi e immortalare tutte le creature marine.
Ultima tappa è Nosy Sakatia che si caratterizzata per il colore verde smeraldo del suo mare.
Nosy Iranja
Una lingua di sabbia bianca lunga quasi 2 chilometri che appare e scompare in base alla marea unisce l’isola di Nosy Iranja Be (la grande) e Nosy Iranja Kely (la piccola). È una riserva naturale dove nidificano le tartarughe marine e i granchi da cocco. Lo spettacolo è mozzafiato. Sembra di trovarsi in un paradiso terrestre. Non a caso è considerato uno dei luoghi più incantevoli del mondo. Palme, fiori, alberi tropicali e mare cristallino. Con una passeggiata di pochi minuti si raggiunge il faro dell’isola da cui si possono scattare foto incredibili. Chi va in escursione con Eden Viaggi può pranzare in una struttura tipica dedicata agli ospiti del celebre tour operator. Un pranzo in stile malgascio con pesce freschissimo cucinato sul posto.
Tour dell’isola in jeep
È un’escursione su misura creata da Eden Viaggi per poter ammirare l’isola. Si visita il sito del grande albero sacro della cultura animista, luogo di culto e di preghiera, dove chiedere agli antenati protezione, salute, prosperità e progenie e dove presentare le proprie offerte di ringraziamento, soprattutto sotto forma di miele e rhum. È a circa due chilometri e mezzo a Sud dal capoluogo Hellville.
In origine era un solo albero con migliaia di radici, oggi si estende su una superficie di circa 5 mila metri quadrati. Si può visitare scalzi e con pareo legato in vita per gli uomini (kitamby). Le donne devono coprire anche le spalle. L’aerea delle offerte è circondata di tessuti rossi e bianchi, i colori del regno Sakalava che rappresentano due rami della famiglia reale. Per i malgasci è sacro tutto ciò che non è spiegabile.
Hellville (o Hell Ville) non significa la città dell’inferno ma prende il nome dall’ammiraglio francese Anne Chrétien Louis de Hell all’epoca del colonialismo. È la città più grande nonché il capoluogo di Nosy Be: conta oltre 30 mila abitanti e rappresenta il cuore pulsante dell’isola. Entrare nel Bazar Be, il grande mercato coperto di Hellville costruito nel 1954, è l’occasione per vedere da vicino che cosa acquista la popolazione locale. Si mescolano i profumi di frutta, verdura, spezie di ogni tipo, carne e pesce. Colpiscono le salse di mango fatte in casa e vendute in bottiglie d’acqua riciclate. Sulla via principale della città ci sono costruzioni in stile coloniale francese e tanti negozi di artigianato malgascio. Purtroppo anche qui è stata realizzata una sala di slot machines. Di grande interesse anche Lemuria Land, il più grande parco privato di Nosy Be dove i lemuri sono ovunque. All’interno si trova una grande distilleria in cui si può osservare l’antico metodo di distillazione dell’ylang-ylang. La pianta di ylang-ylang è nativa delle Filippine e dell’Indonesia, da dove è stata importata in Madagascar all’inizio del Novecento. Per un litro di olio essenziale occorrono dai 40 ai 60 chilogrammi di fiori. Ultima tappa del tour in jeep è il Mont Passot (prende il nome dal capitano della Marina francese Pierre Passot che ha contribuito all’annessione di Nosy Be alla Francia avvenuta nel 1841), il punto più alto dell’isola con i suoi 329 metri dove ammirare tramonti di fuoco difficili da dimenticare. Da qui si vede l’isola a 360 gradi, l’Oceano Indiano, le isole dell’arcipelago e i laghi vulcanici.
Dove alloggiare.
A 20 chilometri dall’aeroporto di Nosy Be, e a breve distanza dal villaggio tradizionale di Ambatoloaka nella famosa baia di Medirokely, immerso nella lussureggiante vegetazione, si trova sul mare l’Eden Village Premium Royal Beach (www.edenviaggi.it). Una posizione strategica per scoprire tutta l’isola. La struttura è a misura d’uomo, molto curata e perfettamente integrata nel paesaggio: è un mix tra la tradizione creola e malgascia con tetti in legno e decorazioni etniche. Le camere, tutte nuovissime, molto spaziose e immacolate, sono superior, deluxe e suite (con wi-fi, aria condizionata, tv satellitare con due canali in italiano di cui uno di cartoni animati per i bambini, cassetta di sicurezza e balcone) con trattamento all inclusive. Un’altra eccellenza della struttura è la cucina, molto varia e abbondante, composta da pesce fresco, carne, verdure e pasta come quella preparata in un ottimo ristorante del Belpaese in quanto lo chef, Maurizio Naccheri, è italiano ma grande conoscitore delle spezie e dei prodotti di alta qualità che si trovano sull’isola. Squisiti anche i dolci. L’intera gestione del resort è italiana: lo dirige magistralmente Antonio Pittalis, sardo di origine trapiantato a Nosy Be da diversi anni, attento anche alla cura dei dettagli e a far sentire coccolati i suoi ospiti. Eccellente il servizio con camerieri preparati, sempre sorridenti e con un’ottima conoscenza della lingua italiana. Non mancano due meravigliose piscine, un centro benessere molto professionale con sauna e bagno turco, campi da beach volley, da tennis e la palestra. L’intrattenimento diurno e serale viene curato con discrezione dallo staff di Eden Viaggi.
Le escursioni organizzate da Eden Viaggi sono con guide locali parlanti perfettamente l’italiano e realizzate su mezzi sicuri e moderni. Possono essere prenotate nella struttura. Senza confronti il rapporto qualità-posizione e prezzo.
Per coloro che invece amano villaggi molto raccolti e più distanti dai centri abitati c’è il prezioso Orangea Village di Turisanda (www.turisanda.it). È immerso in un rigoglioso quanto curato giardino tropicale e affacciato sull’ampia spiaggia di Bemoko, sulla costa Ovest di Nosy Be, a circa 40 minuti dall’aeroporto. Ristrutturato di recente ha un’architettura in stile malgascio con materiali naturali e legno di mangrovia, baobab e bambù. La struttura, diretta con grande passione e competenza dall’italiano Alessandro Soncini, ha una peculiarità unica: la presenza di un biologo marino. Nella Spa vengono eseguiti massaggi molto professionali. Di grande qualità e con ampia scelta la cucina. Ottimo il rapporto qualità/prezzo.