Costume

Reckitt Benckiser e Finish, acqua bene prezioso da tutelare. Non è illimitata

Eduardo Cagnazzi

"Acqua nelle nostre mani" è l'iniziativa per diffondere un uso più responsabile. Il rapporto tra l'uso e l'approvvigionamento rientra nella fascia critica alta

Nel contesto di profonda attenzione verso i consumi sostenibili, anche il bene acqua deve essere quotidianamente tutelato attraverso un utilizzo più efficiente incentrato sul risparmio delle risorse. La risorsa che origina e sostiene la vita in tutte le sue forme non è un bene illimitato e questa consapevolezza deve guidare cittadini e aziende ad adottare nuovi modelli di comportamento e nuove abitudini di consumo che siano volte alla sua tutela e salvaguardia. Per questo motivo, secondo il World Resources Institute entro il 2040 lo stress idrico dell’Italia -cioè il rapporto tra l'uso dell'acqua e l'approvvigionamento idrico- rientrerà nella fascia critica "alta".

Per sensibilizzare gli italiani sul problema della scarsità d’acqua in Italia, Finish, in occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua presenterà “Acqua nelle nostre mani”, un progetto volto a cambiare il comportamento di tutti verso abitudini più sostenibili. Questo progetto nasce all’interno di una visione globale di Reckitt Benckiser, leader mondiale nella produzione di beni di largo consumo nei settori della salute, igiene e pulizia della casa, in linea con i Sustainable Development Goals delle Nazioni Unite, al fine di ridurre il proprio impatto ambientale e creare un mondo più pulito.

I numeri della mancata percezione degli italiani                                                                                                  Per avere una chiara fotografia del sistema Italia, Finish ha realizzato con Ipsos una ricerca su un campione rappresentativo di mille individui dalla quale emerge che la scarsa preoccupazione degli italiani per l'acqua nasce anche dall’errata percezione dei reali consumi di una famiglia. Infatti, si ritiene che in media una famiglia consumi poco più di 100 litri al giorno  mentre in realtà il consumo per uso civile di acqua in Italia è di 220 litri pro capite al giorno. A questo dato si aggiunge che, nonostante una sempre più diffusa consapevolezza di nuove e migliori pratiche utili a ridurre il consumo di acqua, i comportamenti dei cittadini italiani nei confronti della sua scarsità continuano a non essere correttamente indirizzati. Tra le cause principali di questo fenomeno emerge il fatto che tra le tematiche ambientali la scarsità d’acqua viene legata alla stagionalità in specifiche zone del nostro paese e viene posta in secondo piano rispetto ad altri elementi come la gestione dei rifiuti, l’inquinamento della plastica nei mari e l’inquinamento dell’aria.

Inoltre, dalla ricerca realizzata da Finish con Ipsos emergono alcuni dati, estremamente chiari rispetto al comportamento degli italiani con il bene acqua:

-oggi, solo 2 italiani su 10 pensano che la scarsità d’acqua sia già un problema; nel 39% delle case italiane      non è presente la lavastoviglie e dove c’è (61%) l'abitudine a lavare i piatti a mano è ancora molto diffusa;

-la maggior parte degli italiani sa che si consuma meno acqua quando la lavatrice viene utilizzata a pieno   carico, ma solo il 50% degli utilizzatori adotta questa modalità di lavaggio;

-otto italiani su dieci si occupano di giardini o di piante da innaffiare. Il 62% se ne occupa la sera quando in realtà il momento migliore è la mattina, così da evitare il ristagno dell’acqua.

Dalla ricerca Ipsos per Finish emerge quindi che il creare consapevolezza sul problema sia il primo passo per iniziare a cambiare le cose. Con questa iniziativa Finish ha quindi l’ambizione di rendere i consumatori italiani consapevoli dell’importanza della salvaguardia dell’acqua e di convincerli a cambiare le proprie abitudini. Fra le misure che si possono adottare per contribuire alla salvaguardia della risorsa idrica c’è ad esempio l’uso più frequente e consapevole della lavastoviglie. L’utilizzo di questo elettrodomestico consente, rispetto al lavaggio a mano delle stoviglie, di ridurre ogni volta il consumo d’acqua da 122 litri a soli 12 litri.

Non solo l’impiego della lavastoviglie, ma anche i comportamenti che accompagnano il suo utilizzo possono fare la differenza. Oggi ancora il 56% degli italiani sciacqua i piatti prima di metterli in lavastoviglia, sprecando fino a 38 litri d’acqua ogni volta.

L’Impegno di Finish per salvare le eccellenze italiane                                                                                            Acqua nelle nostre mani diventa un impegno concreto di restituzione al territorio italiano attraverso la collaborazione di ampio respiro con due importanti realtà: Future Food Institute e il FAI - Fondo Ambiente Italiano. Per l’anno 2020 le associazioni attraverso l’impegno di Finish andranno quindi a realizzare due progetti di efficientamento idrico rispettivamente nell’ambito agricolo e in quello artistico-paesaggistico volti a tutelare le eccellenze italiane.

Future Food Institute, la difesa del pomodoro                                                                                                        La collaborazione con il Future Food Institute, centro di eccellenza sui temoi dell'innovazione agroalimentare, si sviluppa con l'obiettivo di sensibilizzare la salvaguardia delle risorse idriche in questo campo. L'acqua è infatti è un elemento fondamentale per l'agricoltura italiana che consuma il 6% dell'intera domanda annuale del Paese. Se non ci sarà un impegno a risparmiarla in fururo si rischia di non avere più la possibilità di godere alcune eccellenze del patrimonio italiano. 

Partendo dalla necessità di rendere dunque efficiente l’uso dell’acqua in agricoltura per salvaguardare questo patrimonio di eccellenze, Finish donerà al territorio di Pollica e ai suoi prodotti 38 litri d’acqua (la stessa quantità che in media viene sprecata con il prelavaggio) per ogni confezione venduta. Attraverso questa operazione -resa possibile da Future Food for Climate Change- il Comune di Pollica beneficerà della valorizzazione delle risorse idriche minori, con l'adozione di nuove tecnologie per l'efficientamento dei sistemi di irrigazione, aiutando così i piccoli ed eccellenti agricoltori del Cilento. L’obiettivo è quindi quello di salvaguardare le più antiche biodiversità che hanno reso famosa nel mondo la Dieta Mediterranea, che nel 2020 festeggia l’anniversario decennale della sua nomina nella lista dei Patrimoni Immateriali dell’Umanità Unesco. Il prodotto simbolo di questa iniziativa sarà il pomodoro, prodotto d’eccellenza e ricco di biodiversità che rischia di essere compromesso dalla scarsità d’acqua, ormai non così lontana. 

Ambasciatore della cucina sostenibile per il progetto "Acqua nelle nostre mani" è lo chef Franco Aliberti che ha fatto della sostenibilità ambientale la sua cifra distintiva attraverso la ricerca continua di soluzioni contro lo spreco di cibo.

Fai, il restauro del complesso abbaziale di Santa Maria di Cerrate                                                                        La collaborazione con il principale attorenella salvaguardia e valorizzazione delle eccellenze artistiche e naturali italiane nasce dalla comunanza di intenti: la tutela del patrimonio idrico italiano è infatti tra i primari obiettivi del Fai, che si è prefissato un traguardo ambizioso: ridurre del 20% in 10 anni i consumi di acqua all’interno dei suoi beni. Per contribuire a questo obiettivo, nel 2020 Finish supporta il Fai nel progetto di efficientamento idrico del Complesso Abbaziale di S. Maria di Cerrate tra Squinzano e Casalabate, in provincia di Lecce.

L’intervento consisterà nel restauro della cisterna per il suo riutilizzo, al fine di recuperare l’antico sistema tradizionale di convogliamento delle acque, tipico delle masserie salentine. All’interno del recinto abbaziale sono presenti un’antica cisterna ed un pozzo riccamente decorato, risalente al 1585, originariamente utilizzati per raccogliere le acque piovane e garantire l’approvvigionamento idrico necessario per il complesso. Le acque delle falde nord della chiesa e dell’edificio est saranno raccolte nella cisterna e utilizzate per soddisfare buona parte dell’attuale fabbisogno idrico dell’abbazia legato alla cura del giardino e delle aree verdi, non ultimo garantendo anche l’allontanamento delle acque dalle fondazioni degli edifici e riducendo il rischio di insorgere di danni relativi all’umidità sulle strutture.