Tolosa, l'artista Chait Maigre ricopre un autovelox di Lego
di Ludovica Prisco
Noto soprattutto per il suo eccezionale design urbano che gli è valso una doppia pagina di Urban Furniture delle edizioni Artpower International, libro che mette in evidenza l’innovazione nell’arredo urbano in tutto il mondo, anche questa volta Chait Maigre tenta di “regalare” un sorriso rimanendo perfettamente in equilibrio tra realizzazione tecnica e apparente semplicità.
Proprio in occasione delle festività natalizie, infatti, l’artista ha voluto trasformare un fattore di civilizzazione in un elemento di decoro urbano e ha ricoperto di Lego un autovelox.
Una bella iniziativa per attenuare il sentimento di smarrimento e paura cresciuto dopo gli avvenimenti di Parigi.
Un suggerimento per combattere l’avversione e incitare, incoraggiare, in piccolo e a suo modo, alla vita rendendo piacevole alla vista un oggetto odiato da molti.
Manifestare uno stato d’animo leggero, colorato e pieno di vita; immaginare la sorpresa che segue sui volti dei passanti quando, una mattina come tante, si trovano davanti ciò che non si aspettavano di vedere e offrirgli in questo modo una visione diversa della città anche solo per un attimo.
Esteticamente, l’installazione è riuscita perfettamente, il sensore di velocità non è stato messo fuori uso, anzi è stato reso più visibile eppure per le autorità il lavoro è fuori legge, addirittura punibile penalmente.
Esprimersi, esprimere se stessi e’ un reato.
Certo il limite di cosa è lecito e cosa no lo decide la legge, ma chi tenta di dare un po’ di “colore” non andrebbe forse stimolato?
Iniziativa simile è partita a settembre a Milano; si chiama “Energy box”.
L’artista italiano Davide Tinelli, in arte Atomo (Milano 1965), conosciuto come uno dei primissimi “graffitari” italiani, dopo esser stato al centro di manifestazioni artistiche, consigliere comunale e instancabile agitatore politico e culturale, oggi da dipendente di A2A e con il sostegno di A2A e altri 50 artisti hanno dipinto, con regolare permesso, 150 centraline semaforiche sparse per la città, trasformandole in coloratissime e singolari opere di street art.
Ma non e’ l’unica, nell’elenco ci sono anche “i tombini d’artista” in via Tortona e via Montenapoleone e altre opere visibili per le strade della città di Milano.
Ad oggi si moltiplicano le iniziative del comune che usa l’arte di strada come elemento di decoro.
Quindi perché non stimolare chi nel peggiori dei casi non fa nient’altro che dare spunti di riflessione e un pizzico di leggerezza che, in un momento come questo, non guasterebbe?
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