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Covid-19: così i "furbetti dello scalo" portano in Italia le varianti indiane

di Alessandro Grandi

La virologa Gismondo: "Impossibile fermare gli arrivi, ci vorrebbe la quarantena". Per il sindacato di polizia: "Assurdo controllare i ristoranti e non i voli"

“Sarebbe un discorso molto semplice e si spiega con l'incubazione dell'infezione”, racconta ad affaritaliani.it la Professoressa Maria Rita Gismondo, Direttrice Responsabile di Microbiologia Clinica, Virologia e Diagnostica Biomedica dell'ospedale Sacco di Milano.

“Noi sappiamo che l'incubazione di questo virus può variare dai cinque agli undici giorni. Quindi, nel momento in cui il viaggiatore arriva sul suolo di destinazione dovrebbe essere messo sotto osservazione per dieci, undici giorni. Questo per essere sicuri che non si sia portato dietro anche il virus. Devo dire che fino a oggi lo schema migliore è quello adottato dal Regno Unito dove si arriva, si fa un tampone e poi se ne fa un altro dopo dieci giorni. Una volta negativo il tampone si è liberi”, dice la Professoressa.

Forse sarebbe stato il caso che il Comitato Tecnico Scientifico avesse ascoltato la voce degli esperti in modo più approfondito. “Noi non siamo stati interpellati. C'è il CTS che è una roccia inespugnabile e che non ha nessun contatto con gli esperti. Loro consigliano il Ministro. I tempi di incubazione del virus sono noti e quindi immagino si stiano muovendo in questo senso”, aggiunge Gismondo

Di difficile realizzazione per la Professoressa Gismondo l'idea di bloccare i voli da altri Paesi. “E' impossibile. Arriva troppa gente. Ha idea di quante persone dovremmo mettere in un albergo Covid? Impossibile. Ci sono altri modi per fare controlli. Agli arrivi negli aeroporti chi di dovere sa esattamente il percorso fatto dal passeggero. Si sa se proviene da uno scalo o da un volo diretto. Seguendo le tracce si può fermare il viaggiatore e controllarlo”.

Però adesso è il momento del Green Pass, metodo che dovrebbe mettere al riparo da rischi di questo tipo. “Ha una falla enorme – sottolinea la Professoressa Gismondo – perché fare il tampone ad un passeggero a due giorni dalla partenza non da la certezza che possa essere positivo in fase di incubazione. L'unica sicurezza è avere un controllo anticipato, di almeno cinque o dieci giorni”.