Cronache

Agitu Ideo Gudeta violentata e uccisa, arrestato un dipendente: ha confessato

L’omicida è un collaboratore dell’azienda agricola biologica La Capra Felice della Gudeta, che ha motivato il delitto con uno stipendio non corrisposto

Agitu Ideo Gudeta, l'omicida ha confessato

L’assassino di Agitu Ideo Gudeta è un ghanese di 32 anni. L’uomo ha confessato nella notte durante l’interrogatorio davanti a carabinieri e al magistrato. L’omicida è un operaio stagionale, collaboratore nell’azienda agricola biologica ‘La Capra Felice’ della Gudeta, che ha motivato il delitto con uno stipendio non corrisposto. Il corpo senza vita della donna, 42 anni originaria di Addis Abeba, simbolo dell’integrazione, ambientalista, è stato ritrovato ieri pomeriggio nella  camera da letto della sua abitazione a Maso Villalta a Frassilongo in Valle dei Mocheni tra le montagne del Trentino.

Nel corso dell'interrogatorio è emerso che la donna è stata anche violentata sessualmente mentre era a terra in fin di vita, dopo essere stata colpita con un mazzotto dal suo assassino, il reo confesso Adams Suleimani, 32 anni, originario del Ghana. 

Agitu Ideo Gudeta, la morte e le indagini

Dopo il ritrovamento del corpo senza vita della Gudeta, le indagini si erano subito focalizzate su un suo dipendente, un giovane - africano come lei - con cui aveva avuto dissidi economici. Agitu Ideo Gudeta, la pastora etiope trapiantata in Italia, è stata trovata nel tardo pomeriggio del 29 dicembre nella camera da letto al secondo piano della sua abitazione a Maso Villalta a Frassilongo in Valle dei Mocheni tra le montagne del Trentino.     

L'azienda dal lei fondata e grazie alla quale era diventata il simbolo dell'integrazione in Trentino ma anche di tutta Italia ed era famosa anche all'estero, soprattutto in Germania. Esule e trapiantata in Italia, Agitu è stata colpita a morte con un martello, trovato nella casa. 

Originaria dell'Etiopia da dov'era fuggita a seguito degli scontri sociali e dalle minacce che aveva ricevuto dal suo governo, si era rifugiata tra le montagne del Trentino in una vallata, la Valle dei Mo'cheni, laterale della più frequentata Valsugana.    

Con determinazione aveva fatto nascere, da un progetto di recupero di terreni abbandonati e di razze rustiche autoctone, l'Azienda Agricola Biologica La Capra Felice. L'azienda si occupa di allevamento caprino (capra pezzata mo'chena), eseguito attraverso metodo biologico e di trasformazione della materia prima: produce formaggi biologici da pascolo da erba, yogurt ed anche prodotti di cosmesi con latte di capra.      Agitu, diventata la "regina delle capre felici" in quell'angolo di montagna era partita allevando 15 capre autoctone ed era arrivata a quota 150, quelle attuali, che si aggiungono a 50 galline ovaiole.    

Nell'agosto del 2018 aveva ricevuto minacce ed aggressioni a sfondo razziale da un vicino di casa. Il 27 gennaio scorso l'uomo che si era reso colpevole degli atti persecutori e lesioni era stato condannato dal Tribunale di Trento a nove mesi di reclusione per il reato di lesioni a seguito di un fatto documentato con referto derubricando l'accusa di stalking e soprattutto l'aggravante dell'odio razziale.    

Nel giugno scorso in piena crisi economica causata dalla pandemia di Covid-19, Agitu Ideo Gudeta aveva aperto in piazza Venezia a Trento la prima 'Bottega della Capra Felice'.