Cronache
Aldrovandi, la madre: ritiro querele contro Giovanardi e agente
"Ci ho pensato a lungo e ho deciso: rimetto le querele per diffamazione presentate contro il senatore Carlo Giovanardi, il segretario del Coisp Franco Maccari, l'agente Paolo Forlani e il responsabile del blog su cui sono apparsi i testi di Forlani". Ad annunciarlo - nel corso di una conferenza stampa convocata al Senato con Luigi Manconi - e' Patrizia Moretti, madre di Federico Aldrovandi, per la cui morte avvenuta il 25 settembre 2005 sono stati condannati in via definitiva quattro agenti (Forlani e' uno di loro). "Non spendero' piu' minuti della mia vita per queste persone e per i loro pensieri - spiega la mamma di Federico in una lettera aperta - Non voglio piu' doverli vedere ne' ascoltare o parlare di loro. Non lo faccio perche' mi e' venuta meno la fiducia nella giustizia ma dieci anni sono troppi, ed e' il momento di dire basta".
"Su mio figlio, su di me, sulla nostra famiglia - ha ricordato la signora Patrizia, con al fianco il marito Lino e il legale Fabio Anselmo - sono state dette tante bugie, tante falsita', tante cattiverie: chi a sostegno di una certa tesi, chi per 'disegno' politico, chi per sciatteria e volgarita'. Ma dieci anni dopo quel terribile giorno, non c'e' piu' alcun dubbio su quanto e' accaduto, la giustizia ha fatto il suo corso, ci sono sentenze di condanna passate in Cassazione. Giovanardi ha detto che il sangue sotto la testa di Federico, in una foto scattata su un lettino di obitorio, era in realta' un 'cuscino rosso', altri hanno definito mio figlio un 'cucciolo di maiale', altri ancora mi hanno dato dell'avvoltoio. Ma non sara' una condanna per diffamazione a cambiare il loro atteggiamento. E non mi interessa che Maccari, che a sua volta ha querelato me, ritiri la sua querela: semplicemente non voglio mai piu' avere a che fare con lui e con gli altri". Per l'avvocato Anselmo, "la posizione di Patrizia viene da una posizione di assoluta forza: la giustizia e' andata avanti, per Giovanardi la Giunta delle autorizzazioni a procedere aveva dato parere favorevole, presto sarebbero arrivate le prime sentenze. Ma Patrizia, da sola, ha deciso di mettere la parola fine, senza chiedere nulla". "La lettera di Patrizia Moretti - ha sottolineato Manconi - consente di misurare la distanza davvero incolmabile tra lei, suo marito Lino, suo figlio Stefano e i loro diffamatori. E' un documento di rigore civile limpido e istruttivo nel dichiarare le ragioni del cuore e le ragioni del diritto. Dopo dieci anni segnati da una autentica mobilitazione nei confronti dei familiari di un ragazzo morto, 'colpevoli' solo di chiedere verita' e giustizia".