Cronache

Andrea Scanzi ad Affaritaliani.it: "Il vaccino? Ne avevo diritto, ecco perché"

Di Lorenzo Zacchetti

Intervista esclusiva al giornalista più noto (e in questi giorni anche più criticato) d'Italia: "Ho sbagliato nella comunicazione, ma non ho avuto privilegi"

“Una tempesta di merda” è l'efficace sintesi con la quale Andrea Scanzi sintetizza quello che gli sta capitando negli ultimi giorni. Dopo aver rivelato di essersi fatto inoculare il vaccino di AstraZeneca, il popolarissimo giornalista de “Il Fatto Quotidiano” è davvero nell'occhio del ciclone.

Probabilmente è proprio l'enorme visibilità di Scanzi, che da tempo surclassa chiunque nelle classifiche dei giornalisti più “social” d'Italia, ad alimentare questa polemica, ritorcendosi contro di lui in una sorta di contrappasso molto italiano. È tipica della nostra cultura l'abitudine a correre in soccorso del vincitore, per poi farne un bersaglio al suo primo inciampo. Eppure, nella vicenda specifica c'è probabilmente stata qualche leggerezza comunicativa, ma non certo un privilegio che sarebbe davvero odioso, se solo fosse vero. “Ricordati che la notizia l'ho data io”, spiega Andrea Scanzi ad affaritaliani.it. “Se avessi voluto fare il furbo, lo avrei fatto di nascosto e non l'avrebbe mai saputo nessuno! L'ho fatto alla luce del sole perchè non avevo nulla da nascondere e anzi volevo dare un messaggio positivo all'opinione pubblica. Ho sbagliato a vaccinarmi? Accetto la critica, ma da qui a trattarmi da merda e costringere mio padre a chiudere il suo profilo Facebook per gli insulti ce ne corre. Non me lo merito io e tantomeno i miei genitori, che sono stressatissimi per questa vicenda”.

Proviamo a ricostruire la vicenda, partendo dall'inizio?
Certo. D'altra parte è tutto ben conservato nel mio telefono e, se un giorno qualcuno lo volesse vedere, non avrei difficoltà. Tutto comincia il 26 febbraio, quando io scrivo a Roberto, il mio medico curante, per dirgli: “So che come giornalisti non siamo considerati categoria a rischio (cosa che peraltro condivido), ma se cambia qualcosa, avvertimi. Ma solo nel pieno rispetto delle regole, cioè senza rubare il posto a nessuno e solo se altrimenti la dose viene buttata via”. Mi risponde che al momento non ci sono disponibilità e che in caso di novità mi farà sapere. Per tutta la settimana seguente non ci sentiamo

E poi che cosa succede?
Roberto mi richiama il 4 marzo e mi dice: “Andrea, l'ASL Sud-Est Toscana (quella di Arezzo- Siena-Grosseto, dove abito io) ha deciso di fare una lista di fare una lista di 'panchinari' o 'riservisti'”. Non so da quanto tempo ci fosse tale lista, ma io l'ho appreso in quel momento. Io gli rispondo: “Ok... e ovviamente dò per scontato che sia tutto regolare”. Roberto mi assicura che non solo è tutto regolare, ma anzi è una cosa da incentivare, perché purtroppo molte delle persone in lista non si presentano all'appuntamento. A quel punto mi chiede se io sia ancora interessato a entrare nella lista. Io confermo e lui specifica: “Sappi però che quando (e se) ti chiameranno, non ci sarà preavviso: dovrai prendere la macchina e correre a Grosseto, a Siena, a Monte San Savino o dove ti manderanno. E ovviamente non potrai scegliere il vaccino, ma dovrai prendere quello che ci sarà”. Ovviamente dico che va benissimo, perché appunto intendo usufruire di dosi che altrimenti verrebbero buttate via. Ma nessuno mi chiama per tutta la settimana seguente, come spiego al mio medico quando mi chiama per avere un aggiornamento. Quando glielo dico, lui commenta: “Accidenti, speravo che la questione fosse già risolta”. Ed io: “E’ giusto che io aspetti, non sono una priorità, poi se un posto si libera ci sarò”.

Come cambia lo scenario, in quei giorni?
Domenica 14 marzo, con i vaccini di AstraZeneca al centro del dibattito pubblico, il Gen. Figliuolo va ospite da Fazio a “Che tempo che fa” ad annunciare una svolta. Il giorno dopo fa un'ordinanza che va proprio nella direzione dei “panchinari”, dicendo che se avanzano delle dosi bisogna prendere “il primo che passa”, a prescindere dall'età, e inoculargli la dose, altrimenti la si butta via. Lette queste cose, io scrivo al mio medico curante e al Direttore dell'ASL Arezzo per dire: “Vedo che la problematica dei panchinari, già sollevata ad Arezzo, è diventata dirimente anche a livello nazionale: sappiate che io non ho nessuna paura di fare il vaccino AstraZeneca”. Già allora ho pensato che, se mi fossi vaccinato con una dose altrimenti gettata via come poi è stato, sarebbe stato un bel segnale contro la paura di AstraZeneca. Quindi ho ribadito a medico e responsabile della vaccinazione ASL la mia disponibilità, nel pieno rispetto delle regole. Specifico che io, il Direttore dell'ASL, non l’ho mai visto: altro che raccomandato, magari gli sto pure antipatico per motivi politici, chi può dirlo?!

Poi, però, le vaccinazioni con AstraZeneca vengono sospese in via cautelativa...
Esatto. L'interruzione avviene martedì 16 e lo stop dura per tre giorni, nel corso dei quali io vado in televisione a ripetere sempre la stessa cosa: “Se quando riparte la vaccinazione mi chiamano, io ci vado di corsa, sempre che si tratti di dosi che altrimenti verrebbero buttate”. Ci sono le registrazioni a confermarlo: l'ho detto martedì 16 a “Carta Bianca”, mercoledì 17 ad “Accordi & Disaccordi” e giovedì 18 a “Otto e Mezzo”

E venerdì 19 le vaccinazioni ricominciano...
Sì, ma sia ad Arezzo che in diverse altre città molte persone non si presentano all'appuntamento, turbate dall'allarme suscitato dalla vicenda. Il giovedì sera “Piazza Pulita” aveva mostrato un sondaggio nel quale emergeva che più del 60% degli italiani non si sarebbero presentati il giorno dopo alla vaccinazione AstraZeneca, avendone paura! A quel punto, inizio a pensare che forse mi avrebbero chiamato, anche se dal 3 marzo in avanti non si era ancora fatto vivo nessuno. Questo significa che, prima di me, ad Arezzo ne hanno chiamati tanti. E questo, detto per inciso, è un'ottima cosa, perché non ho mai pensato né ho mai detto di essere una priorità

Vero, ma tu allora quando ti sei vaccinato?
Proprio il 19 marzo, nel primo giorno in cui il vaccino AstraZeneca è stato reimmesso nella campagna italiana. Con due messaggi su Whatsapp, alle 12 e alle 16, il Direttore dell'ASL di Arezzo mi dice di tenermi pronto. Mentre sto facendo una diretta Twitch, ricevo l’indicazione di recarmi al Centro Affari di Arezzo alle 18. E lì vengo vaccinato, peraltro da un personale meraviglioso

Conosci perfettamente la comunicazione: non hai pensato che, vista la tua notorietà, qualcuno poi ti avrebbe accusato di essertene approfittato?
In effetti quando mi ha chiamato l'ASL ci ho pensato un po' su. Avevo una piena autorizzazione da parte del mio medico curante e dell'ASL stessa, ma immaginavo che andando a vaccinarmi un po' di polemica sarebbe venuta fuori. Non pensavo a qualcosa di così forte, ma un po' me l'aspettavo, sì. Ho deciso di andarci comunque sia per coerenza con quello che avevo detto pubblicamente in tivù nei tre giorni precedenti, sia perché ingenuamente ho ritenuto che potesse essere un bel gesto. Molti italiani si sono spaventati per la vicenda-AstraZeneca e ho pensato che, avendo oltre due milioni di fan su Facebook, potessi dare un contributo: sono un bischero di 46 anni che di scienza non capisce nulla, ma che nutre fiducia in quello che la scienza dice! Per questo l'ho fatto alla luce del sole: non avendo nulla da nascondere, cosa che ribadisco, pensavo di dare un bel messaggio!

Un messaggio allora diamolo: che tipo di reazioni collaterali hai avuto?
Assolutamente nessuna. Mi hanno vaccinato intorno alle 18.30 e quando sono tornato a casa non avevo neanche una linea di febbre. Quindi già venerdì sera ho fatto il post nel quale annunciavo di essermi vaccinato. Le reazioni sui social hanno avuto un andamento strano: da venerdì sera fino a domenica mattina i commenti erano tutti positivi. Poi è cominciata una tempesta di merda che non so da chi sia partita. La mia frase sugli italiani che “dovrebbero ringraziarmi”, estrapolata dal contesto di una diretta Facebook di venti minuti effettata domenica 21 marzo, effettivamente presa a sé stante è senza senso. Me ne rendo conto. In realtà volevo solo dire che intendevo dare un segnale alle persone che avevano paura: credo di aver dato un impulso al piano vaccinale e, oltretutto, il mio post ha contributo a mettere online quella lista di “panchinari” che, pur essendo regolarissima, fino ad allora era scritta a mano. È chiaro che questo è un elemento critico, ma dovrà spiegarlo l'ASL, mica io! Una volta in Rete, la lista ha avuto migliaia di iscrizioni, al punto che il sito è andato in tilt! A questo mi riferivo con la frase contestata: al fatto di aver aperto una breccia della quale c'era bisogno