Cronache
Arresto Messina Denaro. Ipotesi sull’arresto. La chiave: le intercettazioni
Sono tre le possibili letture dell’arresto dell’ultimo boss dei Corleonesi
Arresto Messina Denaro. Cosa accade ora
Matteo Messina Denaro, il boss della mafia più ricercato d'Italia è stato arrestato questa mattina alla clinica “La Maddalena” di Palermo. Coincidenza, l’evento è avvenuto a 30 anni esatti di distanza, più un giorno, dalla cattura di Totò Riina, preso il 15 gennaio 1993.
Era noto da tempo che Messina Denaro fosse gravemente malato per un tumore, ora si scopre alla zona addominale (probabile metastasi al fegato che si erano formate dal cancro al colon che lo aveva colpito due anni fa), così come è noto che “La Maddalena” sia uno dei centri di riferimento per i malati oncologici siciliani.
L’inchiesta è stata coordinata dal procuratore Maurizio De Lucia e dall’aggiunto Paolo Guido. Il procuratore De Lucia ha spiegato che sono stati 2 i pilastri dell'inchiesta: le attività di intercettazione e lo sviluppo investigativo dei ROS oltre agli accertamenti tecnologici del reparto dell'Arma dei carabinieri. Un lavoro lungo e complesso quello che carabinieri dopo anni di indagini.
Accortosi della presenza diffusa dei carabinieri, ad ogni angolo della struttura, Denaro avrebbe prima fatto finta di niente e poi risposto dichiarandosi con il vero nome. Messina Denaro era arrivato con un suo favoreggiatore, tale Giovanni Luppino a bordo di un’auto.
Il generale Angelosanto ha spiegato che l'indagine dei ROS si è concentrata nel tempo sulle condizioni di salute del latitante che si sapeva malato.
Il boss frequentava la clinica da due anni, ricoverato in day hospital almeno sei volte. Avrebbe ricevuto degli interventi chirurgici assumendo come nome di copertura, ironia del caso, quello di Andrea Bonafede, che ricorda il nome dell’ex ministro grillino anche lui siciliano. Ma Bonafede è anche un cognome diffuso tra il palermitano e il trapanese.
La questione ora più importante da comprendere è se Messina Denaro sia stato bruciato da qualcuno dei suoi uomini, infedeli, visto che non era ben visto da tutti gli ambienti post Corleonesi (qualcuno lo accusava di non assumersi tutte le responsabilità del comando) o ci sia un suo stesso placet all’arresto, forse per curarsi meglio dal male.
Di certo Messina Denaro stava cercando da anni di trasformare la mafia in qualcosa di più permeante il territorio di quanto fosse stata in passato, cioè in un sistema finanziario più anonimo e in grado di mimetizzarsi nella società fluida. La segnalazione ai carabinieri sarebbe arrivata pochi giorni fa.
C’è chi sostiene che siano tre le possibili letture dell’evento.