Cronache

Asl Foggia, arrestato primario assenteista insieme a 7 dipendenti

Asl Foggia, timbravano il cartellino e abbandonavano il posto di lavoro: 8 dipendenti tra cui un primario sono stati messi agli arresti domiciliari

Sanità, truffa ad Asl di Foggia, 8 arresti domiciliari tra cui un primario

I finanzieri del Comando Provinciale di Foggia, dalle prime ore di questa mattina, stanno dando esecuzione ad una ordinanza cautelare applicativa degli arresti domiciliari, emessa dal gip presso il Tribunale di Foggia nei confronti di 8 dipendenti pubblici in servizio presso una locale ASL, nonché della sospensione dal servizio nei confronti di un altro dipendente in ordine all’ipotesi di truffa a danno di un ente pubblico. Nell'inchiesta sarebbe coinvolto anche un noto primario. Il provvedimento cautelare è stato emesso dal gip del tribunale di Foggia nei confronti di otto dipendenti dell’ospedale di San Severo, mentre è stata disposta la sospensione dal servizio nei confronti di un altro dipendente della struttura sanitaria. Le persone coinvolte sono il primario di rianimazione dell’ospedale di San Severo, un dirigente, cinque collaboratori amministrativi, un operatore tecnico ed una commessa.

Attraverso l’esame dei filmati acquisiti delle telecamere nascoste nei pressi dell’apparecchiatura marcatempo del presidio ospedaliero, e attività di carattere tecnico, i finanzieri hanno accertato che numerosi dipendenti attestavano la presenza sul luogo di lavoro ma, di fatto, erano impegnati in attività estranee al contesto lavorativo. Gli indagati, all’atto dell’allontanamento dal servizio, provvedevano, direttamente o grazie a due colleghi addetti all’inserimento dei dati nel data base delle attività di servizio prestate, complici nella truffa, ad alterare le informazioni contenute nel sistema informatico di registrazione delle presenze. Un altro dipendente, invece, simulando di aver dimenticato il badge a casa, provava la presenza con un’attestazione cartacea del proprio dirigente anche quando questi era assente dal servizio. 

Dalle indagini è emerso che le false attestazioni di presenza, per un totale di oltre 5.300 ore, erano avvenute dal 2014. Le attività svolte durante le assenze dal servizio erano le più variegate: si va dall’operatore tecnico che collaborava nella gestione del bar della moglie, ai vari dipendenti che si intrattenevano in lunghe chiacchierate perditempo con amici e parenti in bar cittadini, fino al primario che si allontanava dall’ospedale per interi pomeriggi in giro per la città o facendo rientro alla propria abitazione e che, in alcune occasioni, attestava anche di aver eseguito prestazioni specialistiche ricorrendo ad ore di straordinario al fine di smaltire le cosiddette liste d’attesa dei pazienti. Il caso più emblematico è quello di un operatore tecnico specializzato che dopo aver trascorso intere giornate presso lidi balneari, pur risultando in servizio, non aveva nessun problema a pubblicare foto su 'social network' in cui era visibile in situazioni conviviali in luoghi diversi da quello lavorativo.