Cronache

Baby gang un fenomeno in crescita. Cosa c’è dietro. L’Arma lo spiega ad Affari

di Antonio Amorosi

La baby gang di Milano: il territorio come palcoscenico criminale delle nuove tribù giovanili tra musica trap, rapine e danneggiamenti diffusi

In una società smaterializzata, “il territorio è tutto” per le bande giovanili. Il colonnello dell’Arma dei Carabinieri Antonio Coppola: “Se non si interviene anche sull’aspetto sociale non riusciremo ad invertire una tendenza che si sta sempre più diffondendo”

 

Colonnello, ci aiuti a capire meglio il fenomeno

“Questo delle baby gang è un tema che va affrontato in modo organico: c’è la parte investigativa, quella riflessiva, che può fare la polizia giudiziaria, ma poi c'è una parte sociale dove altre istituzioni dovrebbero concorrere a intervenire. La nostra mappatura delle 16 bande di Milano cerca di comprendere, con i dati di fatto, in relazione agli episodi di reati commessi, dove questi eventi si inscrivono”

Di che tipo di attività predatoria parliamo?

“Sono soprattutto risse, furti, rapine ai danni di passanti, bullismo su giovanissimi, danneggiamenti, atti vandalici, spaccio di stupefacenti ma che è un’attività marginale rispetto alle altre tipologie di reato...”

amorosi
Mappa delle baby gang di Milano

Che ruolo svolgono i social?

“Un ruolo chiave. Sono una sorta di piazza mediatica dove l'appartenenza al gruppo particolare, identificata in zone, permette un’esaltazione dell’attività. Noi abbiamo mappato le bande, con un monitoraggio, scandagliando e aggiorniamo il quadro con riconoscimento dei profili social o di persona e spesso portiamo a casa delle identificazioni”

Quindi questi gruppi hanno una forte territorialità?

“Sì e abbiamo seguito queste presenze sul territorio dove ci sono punti di aggregazione precisi, in cui ovviamente le bande vivono. Sui profili social pubblicizzano le proprie condotte. Troveremo i componenti nelle classiche pose da rapper, dove mostrano armi, stupefacenti, denaro”

In una società in cui tutto è smaterializzato e nessuno neanche conosce il vicino di casa, questo è l’unico racconto di territorialità che sento da molto tempo

“La territorialità è una sorta di appartenenza che viene vantata, con le rapine, gli accoltellamenti, i danneggiamenti. Una territorialità che non è quella della criminalità organizzata ma è una presenza in esaltazione. È ovvio che a Milano questo fenomeno è stato amplificato dal discorso dalla musica Trap che ha un riverbero mitologico sui giovanissimi”

Che età hanno questi ragazzi e che cultura c’è dietro?

Vanno dai 14 ai 30 anni, con ragazzi e ragazze e dinamiche fluide, con nuclei centrali e membri che si aggregano saltuariamente. Sono italiani ma anche italiani di seconda, terza generazione, originari principalmente dal nordafrica. Abbiamo l’italiano, e di seconda generazione il gambiano, il marocchino. Per rendere l’idea: è l'evoluzione in chiave criminale delle vecchie comitive”

La territorialità resta un tema sorprendente

“Dà loro la materialità del senso di protezione ed esaltazione insieme, dietro cui c’è tutta una rete di relazioni e la protezione che non hanno in altra maniera”

Il criminale non pubblicizza le proprie azioni sui social. Mi sembra un fenomeno complesso sul quale si dovrebbe intervenire anche modo diverso, insieme all’attività repressiva che le forze dell’Ordine fanno o no?

“Ha centrato il punto. Qui la visibilità diventa di fatto una legittimazione del proprio ruolo: non si piò impattare il problema solo con l’intervento repressivo. Abbiamo alle spalle sempre questioni legate al disagio giovanile. Ma se non interveniamo anche sull’aspetto sociale, sui bivacchi, su come si sono creati e le persone sono arrivate in quel luogo, intervenendo con dei presìdi fisici, anche con supporto psicologico, ci sarà poco da fare. Se non accompagno la fase repressiva con un intervento diverso non riesco non dico a risolvere il problema ma almeno a invertire la tendenza”

Perché si costituiscono questi gruppi?

“Alla base c’è un forte disagio sociale che è molto più diffuso e profondo di quanto crediamo. Questo ha sicuramente un’influenza anche a Milano, dove c’è una linea demarcazione molto forte tra il centro opulento, ricchissimo e sfarzoso e le periferie. Spesso la musica Trap e un immaginario particolare danno l’illusione di poter raggiungere la stessa fama, ricchezza di chi a Milano vive condizioni di fasto”

Il solito immaginario senza alternative…

“Sì, soldi, macchine, belle ragazze. Questo è l'obiettivo da raggiungere. Come ci arrivo? attraverso le pistole, le armi, la malavita”

Non c'è quindi un modello alternativo rispetto alla ricchezza, il possesso, lo status?

“Assolutamente no, non c’è. Si ripete il modello che vedono su TikTok, Instagram, non c'è proprio un immaginario alternativo”

Andrebbe costruito uno positivo e...

“E’ il problema numero uno e altre istituzioni dovrebbero concorre a farlo. Molti di questi sono minorenni, giovanissimi che non hanno una struttura caratteriale, spesso non hanno neanche le famiglie alle spalle né i mezzi per poter dare loro un’alternativa”