Cronache

Bambino ebreo picchiato a Livorno, i "nativi digitali" ignorano la Shoah

Nonostante ogni 27 gennaio e la sensibilità dedicatagli tra i banchi di scuola il genocidio degli ebrei per il 15% dei nativi digitali non c'è mai stato

Livorno, bambino ebreo picchiato e insultato con frasi antisemite da due 15enni. "Devi bruciare nei forni", poi calci e pugni

Un 12enne è stato insultato, picchiato e preso a sputi da due ragazzine di 15 anni perché ebreo. L'episodio è avvenuto in un parco di Campiglia Marittima (Livorno). A rivelare la storia la sindaca del Comune, Alberta Ticciati. "Il bambino - si legge su Facebook - è stato aggredito, insultato, preso a calci, colpito da sputi. E autrici di questo grave atto sono state due ragazzine di 15 anni, motivate dal fatto che il bambino è ebreo".

Ticciati si è messa subito in contatto con il padre del bambino. "Una situazione incredibile, da pelle d'oca, sembra di essere ripiombati nei tempi più bui della storia del nostro paese. L'amministrazione comunale non intende sottacere o banalizzare quanto accaduto che è di una gravità inaudita. Abbiamo invitato la famiglia a fare i propri passi. Mi confronterò tra oggi e domani - ha annunciato - con le forze dell'ordine e la scuola e faremo il possibile perchè la cosa non venga archiviata e banalizzata. Il fatto che nel 2022 succeda una cosa tale in una realtà come la nostra è di una gravità massima che va indagata, approfondita, compresa, e fortemente stigmatizzata". 

Il bambino si trovava con altri coetanei, quando senza motivo sarebbe stato prima invitato a tacere dalle due ragazze e poi insultato con frasi antisemite, "devi bruciare nei forni". Dopo la discussione le 15enni avrebbero preso a calci e pugni il 12enne che, tornato a casa, si è sfogato con il padre. 

Bambino ebreo Livorno, il padre sporge denuncia 

Non appena appreso dell'accaduto il padre del 12enne, insultato e picchiato nel parco pubblico di Venturina Terme, questa mattina ha presentato una denuncia alla stazione dei Carabinieri. Nella denuncia vengono ipotizzati il reato di ingiurie e lesioni. Le due ragazzine, oltre ad aver picchiato il dodicenne e avergli sputato, riferendosi proprio al fatto che il bambino fa parte di una famiglia ebrea, gli avrebbero detto: "Ti mettiamo nel forno".

La Shoah per il 15% dei nativi digitali non è mai esistita

Ma all'antivigilia del Giorno della Memoria, che ogni 27 gennaio commemora le vittime del genocidio nazista e spinge il ricordo perché la tragedia non riaccada, il dato allarmante è che una consistente fetta dei cosiddetti "nativi digitali", il 35%, non ha ben chiaro che cosa sia la Shoah, per il 13% è stato un "effetto chimico della bomba atomica", per il 12% "una guerra nel Medioevo", per l'8% "un eroe della Resistenza", per il 2% addirittura "una nuova variante del Covid".

Solo il 36% ha risposto correttamente indicando il sacrificio sistematico di milioni di ebrei. Il restante 29%, praticamente quasi uno su tre, ha detto "non so". Lo stabilisce una ricerca promossa dall'associazione "Donne e qualità della vita" realizzata su un campione di 475 ragazzi di ambo i sessi e di età compresa tra i 14 e i 18 anni, in occasione dell'uscita del libro di Paolo Del Debbio dal titolo "Le 10 cose che ho imparato dalla vita" (edito da Piemme), in cui il noto giornalista e conduttore televisivo affronta anche il tema dell'Olocausto parlando di suo padre che fu internato nel Lager tedesco di Luckenwalde, nel Brandeburgo.

Nel sondaggio è stato chiesto agli intervistati dove hanno sentito parlare di questo avvenimento storico: il 15% dalla tv; un altro 15% sui social; il 12% a casa da genitori e parenti; uno striminzito 22% ricorda di aver affrontato il tema del nazi-fascismo a scuola; il 9% dalla radio; un altro 9% parlandone con gli amici; un 7% apprendendo informazioni dai giornali; un risicato 11% si è interessato all'argomento da solo navigando sul web.

Grande confusione anche sui numeri. Solo il 15% conosce il numero esatto dei morti; il 20% invece parla di circa 100.000 vittime, il 22% di 1 milione, il 17% di 2 milioni mentre il 36% non ricorda o non ne ha proprio idea.

Prevale l'ignoranza anche sulla collocazione storica: solo il 37% sa che è coinciso con il periodo del nazi-fascismo mentre il 13% lo colloca nell'800, un preoccupante 18% addirittura nel '500 e un inquietante 15% sostiene che non sia mai avvenuto; il restante 17% preferisce non esprimersi al riguardo.

Infine, perché è avvenuto? Secondo il 17% perché gli ebrei erano troppo potenti; un altro 17% incolpa una non ben precisata crisi economica; per il 36% per volontà del regime nazista; il 4% ci vede una punizione per gli omosessuali, malvisti all'epoca; secondo un discreto 11% l'avrebbe deciso Mussolini; il 15% ha risposto "non so".

"Sono dati inquietanti di cui le istituzioni devono farsi carico", ha commentato Del Debbio, che "segnalano anche lacune dei programmi scolastici che dovrebbero essere completamente rivisti. Inoltre, mi sembra che molti di questi ragazzi siano in ballo col negazionismo molto presente sui social. Ci siamo giustamente occupati dei No Vax ma qui si sta formando una generazione che ha perso completamente la memoria. Un dato forse ancora più grave".