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Caivano, cuginette violentate per mesi. Nel branco anche figli di camorristi

Di Redazione Cronache

Le violenze contro le cugine di 13 anni del centro del Napoletano sarebbero andate avanti da tempo. Gli aguzzini filmavano tutto e diffondevano i video

Caivano, cuginette violentate per mesi. Nel branco anche i figli di due esponenti della camorra

Orrore senza fine a Parco Verde di Caivano, nel Napoletano, dove emergono dettagli sempre più raccapriccianti sulla violenza sessuale compiuta su due cuginette di 13 anni da parte di un branco di sei coetanei.

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Stuprate per una notte intera, ripetutamente, ma non solo. Dalle indagini trapela come le due vittime sarebbero state abusate anche in altre occasioni nei mesi precedenti all’episodio che hanno formalmente denunciato su decisione dei loro genitori. Sempre da quel gruppo e sempre nello stesso luogo: tra le macerie di un capannone che in passato era stato utilizzato molto dalla camorra per smerciare stupefacenti o per nascondere armi.

Il riserbo è assoluto, ma le due cuginette avrebbero aggiunto, nel racconto ai Carabinieri, dettagli inquietanti, parlando di violenze e molestie iniziate "due o tre mesi fa",  quindi prima della serata di luglio poi formalmente denunciata. Ci sarebbero infatti indizi su sei o sette episodi di stupro con le stesse modalità: le tredicenni avrebbero subìto violenze senza trovare la forza di opporsi, paralizzate dalla paura di subire ritorsioni, dopo aver ricevuto intimidazioni.

Tra gli stupratori ci sarebbero anche due figli di esponenti della camorra, violenti come gli altri e che riprendevano tutto con gli smartphone.

Stupro di Caivano, sequestrati i cellulari degli aggressori e non solo. Caccia ai filmati

La chiave dell’indagine sullo stupro ripetuto ai danni di due minorenni a Caivano, in provincia di Napoli, potrebbe essere infatti nei telefoni cellulari per i quali è stato disposto il sequestro da parte della procura. Una decina in tutto. L’obiettivo è capire se in quei telefoni e nelle chat di messaggistica istantanea ci siano tracce di video girati nel momento delle violenze, filmati che avrebbero iniziato a girare. Oltre ai telefoni dei presunti responsabili che avrebbero fatto parte del branco, è stato disposto anche il sequestro degli smartphone di una delle due ragazzine e di sua madre.