Cronache
Camorra, crolla l'impero dei Casalesi. Pentito il secondo figlio di Sandokan
Anche il secondo figlio di Francesco Schiavone, detto Sandokan, collabora con la giustizia. Era uno dei reggenti del clan dei Casalesi
Casalesi, si pente anche il secondo figlio di Francesco Schiavone, detto Sandokan
Anche il secondo figlio di Francesco Schiavone, detto Sandokan, Walter, collabora con la giustizia. Uno dei reggenti del clan dei Casalesi che opera nella provincia di Caserta con diramazione in tutta Italia ha gia' rilasciato due interrogatorio alla Dda. La circostanza è emersa in tribunale a Napoli nel corso dell'udienza preliminare dell'indagine relativa al controllo da parte del clan del business della distribuzione di prodotti caseari. Walter ha già firmato due verbali con il procuratore aggiunto della dda partenopea, Rosa Volpe. Il primo figlio del capoclan storico, Nicola, si era pentito tre anni fa, anche se nel 2021 una sentenza lo dichiara "inaffidabile". E proprio ad aprile del 2018, Walter, che per gli inquirenti dal 2010 era il reggente della cosca, aveva lasciato Macchia di Isernia dove era ai domiciliari con la compagna e il figlio piccolo, per andare in una località protetta.
Primo verbale come pentito risalente a luglio
L'adesione al programma che si riserva ai collaboratori digiustizia era forse il primo passo verso la disponibilità a parlare con i magistrati; gli altri tre figli di Sandokan, Ivanohe, Libero Emanuele e Carmine, non lo hanno fatto. In ogni caso, durante la detenzione, Walter Schiavone per gli inquirenti ha continuato a gestire l'affare delle mozzarelle imposte sul territorio da imprese collegate al clan. Il primo verbale di Walter Schiavone come collaboratore di giustizia riconosciuto risale al 29 luglio scorso. Alla Dda ha detto di aver deciso di lavorare con i pm seriamente, non come nel 2018 quando sotto proiezione prendeva e gestiva i soldi del clan dei Casalesi. A luglio ha ricostruito per i magistrati proprio come distribuva le ricchezze della cosca agli affiliati. Nell'udiena preliminare ha confermato di essere stato al vertice della cosca dal 2014 al 2019 e che uno degli affari piu' redditizi era l'imposizione ai supermercati della zona delle mozzarelle dei caseifici 'amici'. Il boss ha riferito di aver incontrato Filippo Capaldo, nipote del superboss Michele Zagaria e titolare di numerosi suoermercati e negozi al dettaglio per 'piazzare' le mozzarelle e fatturare alla camorra casalese milioni di euro.