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Cronache
Bufera sul Cara di Mineo, 6 indagati

Al Cara di Mineo, uno dei più grandi centri europei per rifugiati in provincia di Catania per anni ci sarebbe stato un numero ‘gonfiato’ di presenze di migranti per far lievitare i compensi alle ditte impegnate nei servizi del centro di accoglienza. L’ente gestore del cara di Mineo avrebbe così corrisposto per quattro anni,  dal 2012 al 2015, importi superiori a quelli dovuti per oltre un milione di euro. E’ quanto emerge dall’indagine avviata dalla procura di Caltagirone, nata da una costola dell’inchiesta Mafia capitale. Sei informazioni di garanzia sono state notificate a funzionari e impiegati del Cara, indagati a vario titolo per i reati di falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici e per truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche ai danni dello Stato e dell’Unione Europea.

L’analisi della contabilità relativa alle presenze giornaliere dei migranti ospiti del Cara, finalizzata alla liquidazione delle somme spettanti all’“ente gestore”, secondo quanto si apprende in ambienti giudiziari, ha evidenziato che sono stati rendicontati e corrisposti importi superiori a quelli dovuti. Agenti della Squadra mobile di Catania e del commissariato di Caltagirone, guidati dal questore Marcello Cardona, stanno eseguendo un decreto di perquisizione e di sequestro.

Il provvedimento della procura calatina scaturisce dagli esiti delle investigazioni della polizia allo scopo di accertare presunti illeciti nella gara d’appalto, indetta il 24 aprile del 2014 per un importo stratosferico di quasi 97 milioni di euro per la gestione triennale dei servizi del Cara, Gara che fu ritenuta illegittima dall’Autorità Nazionale Anticorruzione guidata da Raffaele Cantone il 15 febbraio del 2015. Sono tutt’ora in corso perquisizioni presso società che hanno sede in tutto il territorio nazionale.

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