Cronache

Aiuti e carità: prima agli italiani poveri, poi ai profughi

Mirco Maggi

L’arcivescovo di Sassari interviene duramente in tema di immigrazione

In Italia abbiamo una soglia di povertà altissima, esistono dati allarmanti su questo fenomeno che fanno rabbrividire, eppure gli italiani, quando si tratta di aiuti e di interventi, specialmente da parte delle istituzioni, sono sempre i più penalizzati, sempre gli ultimi in pratica. La politica di questo governo in tema di interventi per  i cittadini senza soglia di reddito è praticamente nulla ed è scandaloso che il nostro Governo continui ad ignorare questa realtà, favorendo sforzi e interventi solo in tema di immigrazione. Ma una voce fuori dal coro si è alzata proprio ieri, e d è quella di un alto prelato della C.E.I.,  l’Arcivescovo di Sassari, il Monsignor Paolo Mario Virgilio Atzei.

L’Arivescovo in occasione di un incontro pubblico in tema di immigrazione, ha esordito dicendo che la carità parte dalle persone più vicine a noi, e ha precisato che si riferiva agli italiani che soffrono, e che sono in miseria, e ha rincarato la dose sostenendo che è indispensabile ricordarci, tutti quanti, di questa realtà che riguarda strettamente il popolo italiano, perché non farlo sarebbe ingiusto; un vero peccato insomma.

“Alcuni vescovi hanno dichiarato che talvolta esiste la tendenza a privilegiare i migranti rispetto agli italiani, e spesso purtroppo è vero – ha dichiarato monsignor Atzei -  e la carità e la solidarietà vanno esercitate nei confronti di tutti, senza guardare alla condizione personale e non possiamo fare classifiche. Tuttavia  nel fare carità ci vuole equilibrio e la tentazione magari ideologica o demagogica di privilegiare i migranti rispetto agli italiani esiste, e qualche volta purtroppo diventa una sorta di moda. Senza dimenticare i patimenti dei forestieri, è giusto prima di tutto occuparsi dei poveri che abbiamo in casa che soffrono fame, miseria e disagio. Nelle nostre diocesi sono molti”.

Durante il lungo intervento del monsignor Atzei sono stati affrontati numeri temi e argomenti anche in materia di politica estera e l’Arcivescovo ha sottolineato che spesso un sincero spirito di solidarietà può ingenerare un eccessivo senso di esterofilia e questo,  spesso,  si collega anche a interessi poco chiari. In certi casi si   strumentalizzano i barconi o i naufragi che suscitano emozione a fini politici o persino speculativi”. Il Monsignor Atzei ha citato a questo proposito  un esempio su tutti: il vergognoso caso del risultato delle indagini dell’operazione denominata “Mafia Capitale”.

“La solidarietà è dovere del cristiano – ha concluso il suo intervento Monsignor Atzei - tuttavia non è ragionevole lasciare libero e incontrollato accesso a tutti senza limiti. Bisogna valutare le caratteristiche di chi chiede asilo, perchè potrebbero nascondersi dei terroristi o malintenzionati. Poco alla volta, rischiamo di smarrire la nostra identità cristiana. Tanto dipende da una Europa che sembra aver smarrito o diluito le sue origini cristiane sotto i colpi del laicismo e del secolarismo. Il cardinale Biffi saggiamente aveva predetto questa situazione e ci aveva ammoniti”.

Anche su Austria e Ungheria che bloccano l’ingresso dei profughi, il pensiero di monsignor Atzei è lucido:  “è una condotta difensiva che dal punto di vista strettamente cristiano non giudico bella ma che posso comprendere e giustificare dal punto di vista della prudenza. Davanti a chi invade ci vuol cautela”.