Pesaro, sindaco nega sala a CasaPound: la storia del disabile Claudio Palmulli
Intervista a Claudio Palmulli, l'atleta paraolimpico al quale il sindaco di Pesaro Ricci ha negato la presentazione del suo libro. Che non tratta di politica...
Claudio Palmulli ha un sorriso che ti conquista al primo incontro. Trentuno anni, disabile dalla nascita per un errore medico, gli occhioni luccicanti, sprizza entusiasmo e voglia di vivere e lottare contro gli ostacoli che gli ha imposto la vita. Ostacoli che non l'hanno piegato, tutt'altro. Da anni, infatti, combatte strenuamente per migliorare le condizioni di vita dei disabili nelle città, in prima linea contro le barriere architettoniche, e sogna una realtà urbana a misura di tutti, anche dei meno fortunati.
Claudio ha ereditato il coraggio e la forza di carattere dal padre Maurizio, alias Mister Ok, il temerario tuffatore che il primo gennaio di ogni anno si lancia nel Tevere dal Ponte Cavour strabiliando la folla giunta ad applaudirlo. La famiglia Palmulli è testimone di quella romanità verace, forse un po' guascona ma "de core", sempre pronta a farsi in quattro per gli altri.
L'esistenza mirabile di Claudio è raccontata nel suo libro, Il vento sulle braccia, un racconto di vita vera narrato da un giovane che non si è arreso e che vive giorno dopo giorno per superare i propri ostacoli e rendere più facile la vita del prossimo. Un libro che sta facendo il giro di tutta Italia e che doveva essere presentato anche nella sala circoscrizionale di Pesaro, presentazione che per volere del sindaco Matteo Ricci (Pd) è stata proibita, con tutte le polemiche che si sono poi susseguite. Il motivo? Claudio Palmulli è un militante di CasaPound. Ma ci ritorneremo più avanti.
Come ti sei avvicinato alla Tartaruga Frecciata? chiediamo a Claudio.
"Il mio ingresso in CasaPound è iniziato con un battibecco via chat con Simone di Stefano (segretario nazionale di CPI). Per un equivoco non era venuto al mio tour di denuncia delle barriere architettoniche di Roma, ed ero rimasto deluso, visto che l'avevo sempre ammirato per la sua lotta a favore dei più deboli. Ma poi mi ha chiesto di incontrarci, di muovere il culo da quella sedia, e si è chiarito tutto. E ho avuto la conferma della sua buona fede e della sua sincera battaglia per difendere e proteggere i più sfortunati. Quelli che non hanno voce, i dimenticati dalle istituzioni. Da allora per me CasaPound non è soltanto il partito in cui milito, è una casa, una famiglia. Grazie inoltre a Impavidi Destini, l'associazione che fa capo a CP (sono anche le mie iniziali, segno del destino) e che si occupa di disabilità e di volontariato, mi è stata data la possibilità di agire direttamente a favore dei diversamente abili su tutto il territorio italiano, partendo dalla mia esperienza personale e di vita."
Parliamo del tuo libro, Il Vento sulle Braccia, di cosa tratta precisamente?
"E' un libro del tutto apolitico, ci tengo a precisarlo subito. Racconta della mia vita, dei miei sogni, delle mie ambizioni e della mia lotta per migliorare le condizioni dei ragazzi diversamente abili come me. Si prefigge tre obiettivi, il primo, più raggiungibile: l'acquisto - grazie ai proventi delle vendite - di una normale carrozzina. Il secondo, sempre grazie alle vendite, il finanziamento del viaggio a New York per poter partecipare alla maratona. Il terzo, l'acquisto di una handbike. Ma l'obiettivo che mi sta più a cuore è la realizzazione di una struttura a livello nazionale per permettere ai disabili di tutta Italia di poter praticare sport gratuitamente. Perché ritengo che lo sport sia lo strumento grazie al quale si riesce a superare la barriera della disabilità. Lo sport ti spinge a superare i tuoi ostacoli, qualunque essi siano. E io ho il sogno di renderlo accessibile a tutti i ragazzi come me, gratuitamente.
Sembrerebbe un libro dalle tematiche esemplari e di ispirazione per tutti... Com'è possibile che il sindaco di Pesaro ne abbia impedito la presentazione?
"Ritengo che il sindaco Ricci non l'abbia neanche sfogliato, che non si sia minimamente informato di cosa trattasse. Ha visto che l'evento era sponsorizzato da CasaPound e ha annullato la presentazione, negandoci la sala che era prenotata da due mesi. Ci sono rimasto malissimo, soprattutto perché il sindaco è poi comparso in varie trasmissioni televisive, rilasciando interviste, offrendo la sua versione dei fatti. Mentre io non sono stato minimamente interpellato. Mi sono sentito discriminato, questa volta non per la disabilità, ma per via del partito nel quale milito. Eppure, prima che disabile, prima che militante di CasaPound, sono un essere umano. Così com'è un essere umano il sindaco, prima di essere esponente del Pd. Io non bado alle tessere, così come non vi bada CasaPound quando deve aiutare una famiglia in difficoltà. Per noi gli italiani, di qualsiasi schieramento siano, sono tutti uguali. A conti fatti, siamo più democratici del Partito cosiddetto Democratico."
Cosa vorresti dire al sindaco Ricci, che sostiene di aver ricevuto minacce di morte da CasaPound e che adesso gira con la scorta?
"Invito personalmente il sindaco Ricci alla presentazione del mio libro che si terrà sempre a Pesaro sabato 16 dicembre al Baia Flaminia Resort. Così potrà rendersi conto che il testo che ha liquidato con spregio non tratta minimamente di politica né di CasaPound o di fascismo. Forse conoscendomi e conoscendoci da vicino potrebbe rendersi conto di cosa significa la parola "democratico".
Sul caso della discriminazione di Claudio a Pesaro, si è espresso Simone Carabella, amico della famiglia Palmulli, anch'egli temerario tuffatore nel Tevere il primo gennaio, nonché presidente del Movimento Civico Prima gli Italiani: "Mostruoso che un ragazzo disabile, esempio di coraggio e volontà, venga discriminato dalla politica di Sinstra solo per le sue idee". Marzio Compagnoni, responsabile CasaPound per il IV Municipio capitolino, ha invece commentato: "La cosa che mi ha fatto più male, conoscendo Claudio e la sua battaglia contro la disabilità, è stato sentir dire dal sindaco di Pesaro che CasaPound lo sta strumentalizzando... quando invece è stato lo stesso Claudio a richiedere che soltanto CPI lo presentasse, visto che ha nel cuore il nostro movimento". Intanto a Roma spira un vento gelido quando Claudio si congeda da noi, ma il suo sorriso ci scalda il cuore. Come la tartaruga del logo, avanza lentamente evitando i tanti ostacoli di questa città crudele, ma siamo sicuri che grazie alla sua forza nelle braccia e a quella, immensa, di carattere che lo contraddistingue arriverà a conquistare il mondo.