Cronache
Casarini e i fondi della Chiesa. Spunta don Ciotti nella faida tra le Ong
Cominciato il processo a carico della banda di Mare Jonio, devono difendersi dall'accusa di "favoreggiamento dell'immigrazione clandestina"
Luca Casarini e la guerra tra Ong, il ruolo determinante della Chiesa. Il processo
Il processo a carico di Luca Casarini e di altre cinque persone del suo gruppo è iniziato a Ragusa, l'ex no global deve rispondere di una serie di reati tra cui anche quello di "favoreggiamento dell'immigrazione clandestina". Durante il procedimento giudiziario si cercherà di fare chiarezza anche sui sostegni economici alla sua Ong da parte della Chiesa. E dopo il coinvolgimento del presidente della Cei Matteo Zuppi spunta un altro esponente di spicco che avrebbe avuto rapporti con Casarini, si tratta - si legge su La Verità - di don Luigi Ciotti. Dalle carte dell'inchiesta emerge come chiunque cerchi di mettere i bastoni tra le ruote al gruppo dell'ex leader delle Tute bianche venga costantemente attaccato e questo avrebbe permesso a Casarini e soci di compiere la scalata fino al Vaticano, ottenendo l'appoggio della Chiesa.
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Nella corsa ai finanziamenti del Vaticano, infatti, - prosegue La Verità - Mediterranea, la compagnia che fa capo alla nave Mare Jonio entra in competizione con la ResQ di Cecilia Strada, la figlia del fondatore di Emergency recentemente scomparso, Gino. Secondo don Mattia Ferrari, il cappellano a bordo della nave e considerato il vero tramite tra il gruppo di Casarini e i vertici del Vaticano, proprio il nome del fondatore di Libera, Don Luigi Ciotti, sarebbe stato determinante per far pendere la bilancia da una parte piuttosto che dall'altra e qui spuntano le trame di Casarini per portare don Ciotti a sostenere la Mare Jonio. Da oggi si entra nel vivo, a Ragusa comincia ufficialmente il processo che spaventa anche i vertici della Chiesa. Papa Francesco ha già ordinato un'inchiesta interna per individuare eventuali responsabilità.