Cronache
Processo Cucchi, due carabinieri chiedono di costituirsi parte civile
Processo Cucchi: "Non ci sono falsi. Non sapevano nulla del pestaggio"
"Col senno di poi ora capiamo l'insistenza dei superiori, ma all'epoca non sapevano nulla. Se non avessero eseguito quell'ordine sarebbero stati puniti a livello militare".
Lo ha detto l'avvocato Giorgio Carta, legale dei carabinieri Francesco Di Sano e Massimiliano Colombo Labriola, imputati nel processo sui "depistaggi" del caso Cucchi.
Entrambi gli imputati hanno chiesto oggi di costituirsi parte civile contro i superiori gerarchici: il tenente colonnello, Luciano Soligo e il tenente colonnello, Francesco Cavallo. "Non c'è alcun concorso, hanno solo subito, non siamo nella stessa linea gerarchica. Le vittime, dopo i Cucchi, sono loro due". Ha spiegato poi il difensore a margine dell'udienza.
Processo Cucchi: "Fu bloccata la partenza già programmata del carabiniere Francesco Di Sano"
Prosegue cosi l'esposizione dell'avvocato Giorgio Carta, legale di Francesco Di Sano e Massimiliano Colombo Labriola, imputati nel processo per i "depistaggi" nella vicenda Cucchi, in riferimento alle parole che sarebbero state pronunciate dal tenente colonnello Luciano Soligo allo stesso Di Sano che avrebbe dovuto rinunciare alla partenza per firmare l'annotazione.
Processo Cucchi: " Il Ministero della Difesa sia responsabile civile"
"Chiediamo di poter citare come responsabile civile il ministero della Difesa quale organo di riferimento dell'Arma dei carabinieri". Lo ha detto in aula l'avvocato Diego Perugini, legale di uno dei tre agenti della polizia Penitenziaria assolti in via definitiva perché ingiustamente accusati del pestaggio di Stefano Cucchi. Alla richiesta si sono associati anche i legali degli altri agenti della polizia Penitenziaria. Il ministero della Difesa, nell'ambito del processo agli 8 carabinieri accusati dei "depistaggi" legati alla morte di Cucchi, è anche parte civile.
Processo Cucchi: "No a telecamere in aula"
"Le videoriprese non saranno consentite. Non mi sembrano necessarie, visto che il diritto di cronaca è garantito da giornalisti presenti in aula".
Lo ha detto il giudice del tribunale di Roma, Giulia Cavallone, in riferimento alla richiesta da parte di alcune televisioni di riprendere il processo sui "depistaggi" del caso Cucchi, nel quale sono imputati 8 militari dell'Arma dei carabinieri.
Nel corso di tutto il processo, dunque, non ci saranno le telecamere delle televisioni e non saranno ammesse le videoriprese in aula.