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Cronache
Chi è Ilaria Salis, la militante antifascista detenuta in carcere a Budapest

Ilaria Salis, il processo scatena una mobilitazione popolare. Ecco chi è la maestra elementare brianzola accusata di omicidio colposo

Ilaria Salis, detenuta da quasi un anno in Ungheria, è comparsa in Aula ieri, 29 gennaio, per il processo che ha preso avvio a Budapest. Le sue condizioni sono apparse subito preoccupanti - a detta si suo padre Roberto Salis che denuncia già da tempo il trattamento disumano riservato alla figlia, senza aver mai ricevuto riscontro dal governo Meloni sulla possibilità di farle scontare i domicialiari in Italia. La maestra 39enne, che si è sempre dichiarata una "militante antifascista", è accusata di omicidio colposo per aver aggredito alcuni neonazisti durante la manifestazione del Giorno dell’onore, che riunisce nella capitale ungherese migliaia di estremisti di destra, per festeggiare un battaglione nazista che tentò di impedire l’assedio della città da parte dell’Armata Rossa.

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L'insegnate sarda, trapiantata in Brianza, comincia a frequentare da giovanissima il centro sociale fabbrica occupata Boccaccio ed è amante delle scalate in montagna e del teatro. Chi l’ha conosciuta durante l’adolescenza la descrive come “una ragazza intelligente, sensibile, timida, molto attenta alle esigenze degli altri. Sensibilissima", riporta Il Giorno. Al teatro ribattezzato “La Scala Pericolante“ nel centro sociale, aveva interpretato , forte dei suoi studi classici, “Le Troiane“ di Euripide. Una tragedia antimilitarista. Si è formato un comitato per chiederne la liberazione. "Ilaria è una di quelle persone che quando le incontri non te le dimentichi più – raccontava un’amica -. Era la migliore della classe. Sensibile alle ingiustizie e paladina dei più fragili”. 

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Gli ex studenti hanno firmato un appello in favore della 39enne, riporta Monza Today. "Un gruppo eterogeneo di persone accomunate dall'appartenenza, in tempi diversi, alla comunità didattica, educativa e "politica" del Liceo Zucchi di Monza. Con Ilaria abbiamo condiviso spazi, pensieri, timori e slanci dell'età liceale, e come Ilaria tutti abbiamo mosso i primi passi di una consapevolezza di cittadinanza attiva, di partecipazione e responsabilità civile, nelle aule di quella scuola. Ilaria è una di noi. Come ex studentə del liceo Zucchi esprimiamo la nostra preoccupazione per le condizioni detentive cui si trova sottoposta, auspichiamo un suo pronto ritorno in Italia dove le garanzie dello stato di diritto saranno applicate giustamente anche a lei, e ci stringiamo solidarmente intorno alla famiglia Salis".  Pochi giorni fa, in piazza Missori a Milano, si è svolta una mobilitazione per chiedere che Ilaria possa tornare in Italia. 

Le autorità ungheresi sostengono che Ilaria Salis avrebbe partecipato e pianificato le aggressioni come parte del gruppo tedesco Hammerbande, fondato con l’obiettivo di attaccare i militanti fascisti o neonazisti, e per questo rischia fino a 16 anni di carcere, per aver pregiudicato la vita della vittima e aver commesso il reato all’interno di un’organizzazione criminale. Tuttavia, non ci sarebbero prove a confermare la partecipazione di Salis alle violenze, che non risulta nemmeno tra i membri del gruppo.

Il caso, dalle accuse mosse a Salis alla scena vista in tribunale, è diventato politica: la Farnesina ha convocato l'ambasciatore magiaro in Italia, mentre il nostro ambasciatore ha incontrato il ministro della Giustizia ungherese

 

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