Cronache

Chi l'ha visto, il caso di Riccardo Branchini: tutte le novità sul giallo di Acqualagna

di redazione

Dalla lettera di addio alla testimonianza della mamma: i segreti svelati nel programma Rai

Chi l'ha visto, il caso di Riccardo Branchini ai raggi X: dalla lettera alle parole della mamma, le anticipazioni stasera nel programma di Rai3

"Sì, c’è una lettera che ha lasciato mio figlio ma di questo non voglio e non posso parlare, perché la lettera è stata sottoposta a sequestro, quindi c’è il segreto istruttorio". Federica Pambianchi, madre di Riccardo Branchini, il 19enne residente al Furlo di Acqualagna scomparso lo scorso 13 ottobre, conferma che lo scritto di addio è stato trovato dalla famiglia nella camera del ragazzo dopo che di lui si erano perse le tracce.

Il segreto istruttorio è la motivazione addotta per giustificare la mancata rivelazione dell’esistenza di questo testo, con il quale il ragazzo si congeda dai familiari, che evidentemente è fondamentale per comprendere la sua psicologia e per cercare di interpretarne le dinamiche e la scelta compiuta. Dopo i ripetuti appelli della famiglia sui social a segnalare eventuali avvistamenti di Riccardo, il caso è stato trattato con servizi filmati e la partecipazione di familiari e amici in tre puntate della trasmissione tv di Rai Tre “Chi l’ha visto?” con una grande eco nazionale.

In queste occasioni non è mai stato fatto alcun riferimento neanche indiretto alla lettera, della cui esistenza si è appreso a oltre un mese dalla scomparsa, nonostante siano stati analizzati con dovizia di particolari tanti aspetti della vita di Riccardo e delle circostanze della sua sparizione. Compreso il biglietto con l’augurio “Buona vita” trovato dall’amico Davide in una tasca del suo borsone ritirato a casa di Riccardo prima che lui facesse perdere le tracce di sé. L’avvocata della famiglia, Elena Fabbri, afferma di non aver mai avuto contezza della lettera di addio, essendo subentrata nella vicenda tre giorni dopo il fatto, e di aver appreso solamente dell’avvenuto sequestro da parte dei carabinieri di materiale utile alle indagini tra cui scritti del ragazzo.

Anche all’indomani della conferma da parte del procuratore della Repubblica di Urbino, Claudio Rastrelli, dell’esistenza della lettera di addio ai familiari, la madre preferisce non fornire particolari. Il magistrato, che coordina le indagini, ha dichiarato che tendenzialmente dalla lettera emerge l’ipotesi del suicidio per un malessere del ragazzo. Nella notte della sua sparizione, l’auto con cui Riccardo si era allontanato da casa era stata abbandonata nei pressi della diga del Furlo con all’interno i suoi vestiti, il portafogli e i documenti di identità.

Il suo corpo, però, non è stato trovato nonostante le generose ricerche svolte per giorni, intorno e dentro l’invaso. La procura della Repubblica ha aperto un fascicolo contro ignoti ipotizzando il reato di istigazione al suicidio, analizzando le comunicazioni sullo smortphone e il computer dello scomparso. Il procuratore Rastrelli ha affermato che non è emerso niente di anomalo che possa profilare un retroscena con il coinvolgimento di altre persone. Questi nuovi elementi di conoscenza ora potrebbero rafforzare la rinnovata richiesta della famiglia di svuotare l’invaso del Furlo.

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