Cronache

Chiacchiere sul vuoto occidentale con un clochard esistenzialista

L'opinione di Vincenzo Olita *

Scambio casuale e dialettico, senza sofismi né prevaricazioni, con un clochard di Milano

Poi della Stazione Centrale, ormai impraticabile anche per i barboni bianchi, piazza e commerci sono esclusività dei neri. Mi parla con l’oculatezza e la scrupolosità più di un sociologo meno di quelle un filosofo. Cerco di sintonizzarmi con i suoi ragionamenti ricordando che la realtà, per Albert Einstein, è pura illusione, sebbene un'illusione persistente. Con più avvedutezza mi risponde con Schopenhauer e del fenomeno come rappresentazione che sussiste nella nostra coscienza come illusione e sogno così come ebbe a scrivere “Il mondo è la mia rappresentazione”.

Altro che barbone! Un clochard esistenzialista. E allora, avanti con uno scambio dialettico senza sofismi né prevaricazioni. Abbiamo camminato tra le cose e le direzioni del pianeta, naturalmente ho parlato del Liberalismo e della visione del mondo che lo sostanzia, della difesa delle libertà individuali dall’ingerenza della politica e dalle onnipresenti strutture statuali. Modesta la sensibilità espressa su questi aspetti.

All’inverso, forte sintonia sulla politica internazionale, concordando sul principale interesse USA di predisporre un ordine mondiale in funzione anti Cina in vista dello showdown per Taiwan e sull’inutilità della guerra in Ucraina. Altrimenti, non sarebbe affatto comprensibile come un conflitto locale che interessa un territorio, tra Crimea e Donbass, con una superfice di 78.368 km², quasi pari a Piemonte, Lombardia, Veneto e Trentino Alto Adige, pari al 12,98% dell’Ucraina, e una popolazione di 8,600 milioni, possa poter coinvolgere il pianeta in un conflitto nucleare.