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Chiesa tedesca sull’orlo dello scisma dopo la morte di Bergoglio, l’ombra del Conclave divide i cattolici
I tedeschi sono messi male, molto male...

Chiesa tedesca sull’orlo dello scisma dopo la morte di Bergoglio
E poi c’è la Chiesa tedesca, che rappresenta – insieme a quella americana – la più ricca per donazioni e finanziamenti alla Chiesa cattolica ma vive da anni un forte momento di crisi identitaria e dottrinale. Tanto per darvi un quadro della situazione: il Comitato centrale dei cattolici tedeschi, la Zdk, in previsione del Conclave ha in questi giorni espresso il suo punto di vista.
A farlo è stata la presidente Irme Stetter-Karp, per la quale il successore di Francesco dovrà portare avanti il cammino di aperture lanciato da Jorge Mario Bergoglio. Dovrà essere, dice Stetter-Karp, una leadership capace di rispondere alle sfide del XXI secolo e soprattutto mette in guardia dal rischio dell’ascesa al Soglio di Pietro di un Papa conservatore.
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In questo caso, dice Stetter-Karp è vero che la Chiesa è divisa in correnti e che alcune di esse vogliano mantenere il potere clericale e vedere l’aumento di responsabilità dei laici come una minaccia all’unità della Chiesa; ma è altrettanto vero che se un conservatore succedesse a Bergoglio complicherebbe le dinamiche interne alla Chiesa tedesca. Insomma, progressismo o morte.
I laici vogliono le riforme...
Corpo di rappresentanza dei laici cattolici tedeschi, e già in marcia assieme alla Conferenza episcopale teutonica dal 2019 sul Cammino sinodale, la Zdk esprime posizioni estremamente progressiste e per questo è finita al centro delle critiche e sospetti della Curia Romana. Questi della Zdk piacevano a Francesco, che gli espresse simpatia e appoggio per poi rimangiarsi tutto, ma non manca di far alzare più di un sopracciglio tra i conservatori.
Del resto, i sondaggi dicono che una grande quantità di cattolici tedeschi chiedono riforme, inclusi maggiori diritti per le donne e un atteggiamento più aperto in tema di moralità sessuale cattolica. Il Cammino sinodale della Chiesa tedesca è stato avviato nel 2019 dopo una serie di scandali legati alla pedofilia, cosa che aveva spinto ad un movimento per una Chiesa più credibile e adeguata al futuro.
All’inizio si pensava ad un giro di colloqui per risolvere il problema della pedofilia, poi sono entrate in agenda altre cose, ricorda la Deutsche Welle: parità gender nella Chiesa; ordinazione sacerdotale femminile; rispetto e non esclusione per le minoranze sessuali; permettere la partecipazione della gente alle decisioni della Chiesa.
Per adesso sono state approvate 15 risoluzioni che hanno avuto effetti immediati: se oggi un dipendente di un’istituzione religiosa ha uno stile di vita non conforme alla dottrina cattolica non può più essere licenziato, se – per esempio – è omosessuale e si sposa, oppure si risposa dopo un divorzio. Oltre a questo, si vuole una riforma della formazione dei sacerdoti, il riconoscimento del gender e la libertà di avere donne ammese a predicare. Bene le benedizioni delle coppie omosessuali, ma le idee sono ancora confuse su celibato e ordinazione diaconale per le donne.
...ma Roma dice di no
Un po’ troppo: nel 2022, durante il volo di ritorno dal Bahrein, aveva detto in una delle sue conferenze stampa ad alta quota: “La Germania ha una grande Chiesa protestante, ma non ne voglio un’altra perché non sarebbe una buona cosa”. Ed aveva aggiunto: “Non dico di tornare indietro, no: semmai, andate alla fonte d’ispirazione, alle radici” della fede. Forse era un po’ tardi e oggi il 58% dei cattolici tedeschi, per esempio, sull’aborto ha idee ben diverse dal defunto Papa: in compenso nello stesso anno la Chiesa tedesca ha ricevuto un avviso dal Vaticano, che ha sottolineato come il Cammino sinodale non abbia l’autorità per obbligare i vescovi e i fedeli ad accettare nuove forme di leadership e nuovi orientamenti di dottrina e morale.
Gli elettori. Il roccioso Müller teme lo scisma
Fine della corsa? Chissà. I cardinali elettori tedeschi sono tre: Reinhard Marx (molto progressista), Rainer Maria Woelki e, per finire, Gerhard Ludwig Müller che pur essendo stato nominato da Francesco è stato un grande allievo di Joseph Ratzinger ed è stato Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede dal 2012 al 2017.
Difensore dell’ortodossia cattolica, insomma, sul Catholic Herald del 24 aprile riprende una sua intervista al Times in cui sottolinea che se la Chiesa non avrà un Papa rispettoso della dottrina cattolica, allora si rischierà lo scisma. L’ex allievo di Ratzinger sottolinea: “Non si tratta di conservatori o progressisti, semmai essere ortodossi, di retto pensiero. Il nuovo Papa non dovrà essere né conservatore né progressista, ma ortodosso”. E ancora: “Il dibattito non è tra conservatorismo e progressismo, ma tra ortodossia ed eresia, e prego lo Spirito Santo che illumini i cardinali, perché un Papa eredito che cambia opinione ogni giorno secondo quanto dicono i mass media sarebbe una catastrofe”.
Di più: “Il prossimo Papa – dice Müller – non dovrebbe cercare l’applauso del mondo che vede la Chiesa solo come un’organizzazione umanitaria che dà opere sociali”. D’accordo, Francesco era “un uomo buono”, ma i due sono stati spesso in disaccordo, specie sulla benedizione delle coppie dello stesso sesso. E non solo: al cardinale non è mai piaciuta l’attenzione del Papa su migranti ed ambiente. Insomma: “Francesco è molto amato dai mass media e c’è il rischio che i cardinali dicano: ‘continuiamo’. Invece hanno la responsabilità di eleggere un uomo capace di unire la Chiesa nel nome della Verità rivelata”, conclude. Comunque la pensiate, i tedeschi sono messi male, molto male...