Cronache
Clima, l'agonia dei ghiacciai: dal 1961 perse 10 miliardi di tonnellate
Il dramma dei ghiacciai, ormai una vera e propria "specie" in via di estinzione
Clima: l'agonia dei ghiacciai, dal 1961 perse 10 mld tonnellate
Il rischio crollo del ghiacciaio Planpincieux, sul Monte Bianco, riporta all'attenzione generale il dramma dei ghiacciai, ormai una vera e propria "specie" in via di estinzione. I dati sono emblematici: dal 1961 al 2016 sono state perse quasi 10 miliardi di tonnellate di ghiaccio, con un ritmo crescente negli ultimi anni. E' l'effetto del riscaldamento globale, che secondo la stragrande maggioranza degli scienziati dipende dal fattore umano, e che sta portando a un deterioramento generale della criosfera del pianeta. Il 29 luglio l'astronauta italiano Luca Parmitano, dalla Stazione spaziale internazionale, ha lanciato un grido d'allarme contro il riscaldamento globale. Tra le altre cose, Parmitano ha affermato: "i deserti avanzano e i ghiacciai si sciolgono: sono passati appena sei anni dalla mia prima missione (Volare), ma e' bastato affacciarmi alla "cupola" per constatare profondi e drammatici cambiamenti". Ma qual e' la situazione in concreto? Quanto si sono sciolti i ghiacciai negli ultimi decenni?
IL GHIACCIO SULLA TERRA
Il National Snow and Ice Data Center (Nsidc), centro di raccolta dati sui ghiacci che fa parte dell'Universita' del Colorado, riporta una serie di fatti e cifre sulla situazione attuale. Oggi sono 15 milioni i chilometri quadrati coperti dai ghiacci sulla Terra, circa il 10% delle terre emerse. Questa massa di ghiaccio racchiude il 69% dell'acqua dolce del pianeta e - se si sciogliesse integralmente - il livello del mare salirebbe di 70 metri. Il grosso di questa massa di ghiaccio - si legge in uno studio accademico del 2018 in proposito - si trova nello strato glaciale (ice sheet) che ricopre l'Antartide e la Groenlandia. Se questo si sciogliesse integralmente, potrebbe essere responsabile di un innalzamento dei mari fino a 58,3 (Antartide) e 7,4 metri (Groenlandia). Gli altri ghiacciai, quelli di montagna come il Planpincieux per intenderci, sono molto piu' piccoli e potenzialmente responsabili di "appena" 41 cm di innalzamento dei mari. Tuttavia, come ha spiegato un team di scienziati guidati dall'Universita' di Zurigo in un articolo pubblicato ad aprile 2019 su Nature, proprio lo scioglimento dei ghiacciai di montagna e' responsabile di circa il 30% dell'innalzamento del livello dei mari nel periodo 1961-2016, quando si sono sciolti 9.625 miliardi di tonnellate di ghiaccio.
Secondo Daniele Cat Berro, ricercatore presso la Societa' Meteorologica Italiana, "lo scioglimento dei ghiacciai di montagna, negli anni recenti, e' l'elemento che ha contribuito maggiormente all'innalzamento del livello dei mari, poco piu' dello scioglimento dei ghiacci in Groenlandia. Ognuno di questi due elementi ha causato un innalzamento di circa un millimetro all'anno dei mari, mentre lo scioglimento dei ghiacci dell'Antartide e l'innalzamento della temperatura degli oceani [aumentando la temperatura di un liquido ne aumenta anche il volume n.d.r.] per circa 1,5 millimetri". Secondo Cat Berro, "e' pacifico per tutti gli esperti della materia che il riscaldamento degli ultimi decenni in particolare dipenda dall'uomo. Se fosse per la sola attivita' solare, negli ultimi anni avremmo dovuto assistere addirittura ad un abbassamento delle temperature. Invece sono in costante aumento". Il fenomeno e' dunque reale, recente e causato quasi certamente dall'uomo.
QUANTO SI STANNO SCIOGLIENDO I GHIACCIAI?
Lo scioglimento dei ghiacciai di montagna ha avuto negli ultimi anni un ritmo di 335 miliardi di tonnellate perse ogni anno. A queste possiamo aggiungere - come riporta la Nasa - quasi 300 miliardi di tonnellate perse ogni anno dallo strato glaciale della Groenlandia e quasi 130 miliardi da quello dell'Antartide. E il ritmo di scioglimento si sta facendo sempre piu' rapido. A livello generale, l'Ipcc (Intergovernmental Panel on Climate Change, che fa parte delle Nazioni Unite) riporta che negli ultimi decenni "c'e' un generale declino in tutti i componenti della criosfera". A partire da un componente essenziale per l'ecosistema e che rischia di avere un ruolo drammatico di fronte al riscaldamento globale: il permafrost. Lo strato di roccia o terreno che rimane sempre ghiacciato nelle zone artiche, e' stato interessato da un aumento di circa due gradi centigradi dal 1980 (+0,3 gradi nel solo decennio 2007-2016), perdendo in spessore circa 90 cm in media. Il disgelo del permafrost e' considerato molto pericoloso, in quanto capace di liberare nell'atmosfera gas serra che al momento sono invece intrappolati nel suolo ghiacciato e dunque di aumentare ulteriormente le temperature del pianeta in una sorta di circolo vizioso. Insomma, il pianeta ha la febbre, e a pagarne le conseguenze sono in prima linea i ghiacciai. Il permafrost, i ghiacci del Polo Nord, gli strati di ghiaccio di Antartide e Groenlandia, la superficie coperta da neve: tutti questi ambienti sono interessati, e danneggiati, dall'aumento delle temperature. I ghiacciai di montagna tuttavia sono quelli che al momento stanno maggiormente contribuendo - col loro scioglimento - all'innalzamento del livello dei mari. Per questo la loro agonia, ammoniscono gli esperti, deve preoccupare tutti noi.