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Colonnello dei carabinieri: "Vi svelo il trucchetto del dossieraggio. Allarme sugli accessi abusivi? Impossibile non vederlo, ma..."

di redazione cronache

Dossieraggio, così chi dovrebbe controllare riesce a ingannare il sistema

Dossieraggio, svelato il "trucchetto" sugli accessi abusivi

Sul caso dei dossieraggi interviene un comandante dei carabinieri in servizio e spiega che la questione degli accessi abusivi sarebbe facilmente evitabile, proprio perché esiste un sistema sofisticato di alert che mette in guardia. Ma c'è un problema: "Chi dovrebbe controllare - dice il comandante dei carabinieri a Il Foglio - a volte semplicemente finge di farlo". Poi svela il trucchetto per evitare di incorrere in sanzioni. "Ogni trenta giorni i comandanti delle unità devono controllare gli accessi attraverso un'applicazione chiamata "Statistiche del personale", spiega il colonnello. "Già alla prima schermata questo sistema avvisa i comandanti, con degli alert, dell'esistenza di anomalie, come un picco di accessi da parte di un agente".

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Il sistema, quindi, già oggi "segnala se ci sono agenti che, per esempio, hanno fatto il doppio di accessi allo Sdi rispetto ai colleghi. Difficile non accorgersene". "I comandanti - prosegue Il colonnello a Il Foglio - possono vedere nel dettaglio quali nominativi sono stati cercati nello Sdi e per quali ragioni. "Se stai cercando un rapinatore, ti serve controllare tante cose ma non la banca dati Inps per vedere quanti contributi ha versato. Se andando a vedere i dettagli del nominativo cercato, il comandante vede che l’agente è andato a controllare i contributi all’Inps allora c’è qualcosa che non va. Un comandante di sezione, che ha sotto di sé 15-20 agenti, ci impiega 20 minuti".

Ma c'è di più. In caso in cui i comandanti non accedano al sistema di controllo, la loro utenza viene automaticamente disattivata dal sistema centrale del Viminale. Questo significa che, nei casi in questione, coloro che avevano il dovere di monitorare gli accessi allo Sdi avrebbero aperto l’applicazione di controllo, ma poi non avrebbero badato agli alert né effettuato alcuna verifica effettiva sulle statistiche riportate. "I comandanti hanno certificato che gli accessi avvenivano secondo le regole senza in realtà svolgere alcun controllo", afferma il colonnello: "Saremmo di fronte a un falso in atto pubblico. Queste cose - conclude - avvengono perché l'assenza di controllo non ha mai avuto conseguenze né sul piano penale e né su quello disciplinare".