Comune, Bologna: concorso pubblico amministrativo “fatto in famiglia”
Comune di Bologna, Concorso pubblico: 42.700 euro per una sala che il Comune ha già e 22.600 a una società esterna. In pole position i figli dei dirigenti
Bologna, Concorso al Comune: il sistema italiano funziona così. Tra la fine del 2011 e l'inizio del 2012 raccontai come funzionano i concorsi pubblici al Comune di Bologna, “azzeccando” con settimane di anticipo i nomi di tutti i dirigenti e funzionari che avrebbero vinto le varie gare: 13 dirigenti su 13 vincitori; poi altri 3 dirigenti su 3; infine alla Cineteca comunale 20 funzionari su 21 (il 21esimo non era stato estratto). Il sindaco Virginio Merola reagì sostenendo che erano “solo coincidenze”.
L'altro ieri abbiamo mostrato i contorni di un concorso pubblico nel quale per assumere 19 impiegati amministrativi, nel frattempo diventati 32, il Comune affitta una sala per 1500-3000 partecipanti, pagando 42.700 euro, quando è già proprietario di un locale grande il doppio, utilizzato proprio per fare concorsi e che ne contiene 6000 di partecipanti.
Ma andando nei particolari della gara, del bando di gara, scopriamo che la società che ha redatto i quiz, la Giunti O.S psychometric srl, è stata pagata 22.600,50 euro per scrivere 60 domande: 377 euro a domanda. Anche quesiti tipo: “Quale dei seguenti non è un sistema di archiviazione? (A. Hard disk, B. CdRom, C. Floppy disk, D. Scanner)”. Domande che qualsiasi dirigente, già profumatamente pagato dal Comune, poteva redigere con un occhio solo.
Come segretaria della commissione giudicatrice del concorso invece troviamo Mariella Tampieri, dipendente del Comune e responsabile della “Programmazione e risorse umane”. E' una madre. E chi meglio di una madre può capire i sacrifici di un figlio? Infatti tra i partecipanti al concorso c'è proprio uno dei figli: Marco Depietri che già lavora per il Comune ma con un contratto di categoria C. Il concorso permette di passare alla categoria D e quindi guadagnare di più. E lui partecipa con successo. Su 3131 persone ammesse e 1500 partecipanti effettivi si classifica dopo i quiz, della Giunti, 21esimo. E' solo uno dei due figli di Mariella Tampieri. L'altro, la figlia, Anna Depietri lavora anche lei per il Comune di Bologna: di recente è stata promossa andando ad occupare un'importante posizione organizzativa appena creata dall'ente.
Invece al primo posto della graduatoria dopo i quiz, staccando il secondo classificato di diversi punti, c'è Simone Ottani, un impiegato che già lavora per il Comune di Bologna. E indovinate dove? E' un sottoposto della solita Mariella Tampieri: lavora proprio nello stesso ufficio, “Programmazione e risorse umane”.
Ma non possiamo certo impedire ai figli e ai sottoposti di chi ha ruoli importanti al Comune di Bologna di partecipare a un concorso. Tanto più impedire a Mariella Tampieri di essere segretaria di quel medesimo concorso. Non vorremmo mica applicare la legge della pubblica amministrazione, la 241 del 1990, che obbliga all'astensione il pubblico dipendente: al fine di “eliminare possibili situazioni di conflitto, determinate da potenziali commistioni tra gli interessi pubblici e quelli personali o dei propri parenti o congiunti”. Sarebbe una disparità inaccettabile.
Nelle settimane scorse si sono tenute finalmente le prove scritte della gara. Sulle 15 persone che si sono piazzate nei primi posti, totalizzando dai 28 ai 23,5 punti, 10 lavorano già in Comune: Cinzia Bavieri, Valentina Damiano, Ilaria Daolio, Emanuela Jacca, Elena Gerla, Mimmo Cosimo Mosticchio, Francesca Prezioso, Emilia Roberti, Elisa Russello, Gianluca Vaccari. Nomi che non vi diranno nulla e persone che non hanno fatto nulla di male. Si sono solo sottoposte alle prove che il Comune chiede. Anche se sembra tanto che chi è dentro la struttura sia favorito rispetto a chi dall'esterno partecipi alla gara.
Ma c'è un'eccezione, una speranza. Dall'esterno del Comune una figura si staglia oltre le altre, classificandosi al primo posto assoluto nella prova scritta, totalizzando 28 punti. Si chiama Elena Mignani.
Ma aspettate un attimo. Il capo dei vigili del Comune di Bologna non si chiama Romano Mignani!? Si, proprio così, Romano Mignani. Ed ha una figlia di nome Elena.
Elena Mignani non sarà mica la figlia del capo dei vigili del Comune?
“Solo coincidenze”, per parafrasare il sindaco Merola.
C'è qualcuno, come il consigliere della Lega Nord di Bologna Umberto Bosco, che invece è convinto che non siano solo coincidenze. Per questo motivo ha deciso di recarsi alla Procura della Repubblica di Bologna e alla Corte dei Conti per presentare un esposto.
“Ci sono elementi che richiedono seri chiarimenti, date le pesanti ombre sollevate sul mancato rispetto della legge, sull'opportunità che il concorso sia stato fatto correttamente, visto che si ingenerano aspettative importanti in chi partecipa al concorso e investe il suo lavoro e il suo tempo”, ha dichiarato a Affari il capogruppo di Forza Italia in Comune Marco Lisei.
"Lo stile Bologna continua", - commenta il capogruppo in Comune del Movimento 5 Stelle Massimo Bugani,- "Dopo mogli e mariti di esponenti PD nominati in ruoli prestigiosi dal sindaco Merola, ora la parentopoli emiliana continua anche nei concorsi. È un'indecenza ed è ancor più indecente come questo sistema venga protetto. Ciò che in altre città farebbe gridare allo scandalo, a Bologna è prassi silenziosamente accettata. Interrogheremo l'amministrazione su tutta la vicenda."
Particolare.
Siamo venuti a conoscenza, successivamente alla stesura dell'articolo, che la signora Tampieri non ha sottoscritto i verbali del concorso. La circostanza non modifica la sostanza dell'articolo perché la stessa Tampieri era presente durante lo svolgimento delle prove di preselezione e le seconde prove scritte, gli elaborati dei concorrenti (quelle successive alle preselezioni) sono custoditi negli uffici da lei diretti.