Comune Bologna, spreco denaro pubblico. Fa concorso affittando sede che già ha
Concorso pubblico: il Comune di Bologna paga 42700 euro per affittare uno stabile, ma ne possiede uno che contiene il doppio dei partecipati ed è gratis
Dove si mangia in 2 si mangia anche in 3. Così fa la massaia italiana. Ma se parliamo di pubblica amministrazione, dove si mangia in tre difficilmente ci riesce uno solo.
Vi sorprenderà infatti scoprire che un mega impianto sportivo che può contenere 6000 persone non può contenerne 3000 o 1500. E per l'identico scopo. Il Comune di Bologna, amministrato dal Pd del sindaco Virginio Merola, con un concorso pubblico riesce a stravolgere le leggi della fisica.
La storia. Pochi giorni fa l'azienda Pubblica di Servizi alla Persona città di Bologna (ASP) tiene un concorso per selezionare 146 operatori sanitari da assumere. E' un mega concorsone pubblico. Da tutta Italia si presentano al quiz di preselezione 6000 persone. Ci si siede e ti viene data un tavoletta rigida dove appoggiarti per compilare il quiz in un tempo determinato. La preselezione ridurrà il numero dei partecipanti a poche centinaia di unità che dovranno poi sottoporsi ad un'eventuale prova scritta e orale. La preselezione si tiene al Paladozza, un impianto sportivo dedicato al basket (dove giocano Fortitudo e Virtus Bologna) e di proprietà proprio del Comune.
E' la solita storia di ogni concorso che a Bologna si tiene al Paladozza. Anche l'azienda USL ne ha tenuto uno l'ottobre scorso pagando al Comune “6100 euro”, scrive l'ente in una sua determina dirigenziale esecutiva il 18/08/2017. Quindi, ricapitolando, affittare per i concorsi il Paladozza di Bologna, di proprietà del Comune, costa 6100 euro e lo stabile può contenere 6000 persone che hanno tutto lo spazio disponibile per eseguire la prova di preselezione.
Ma la musica cambia radicalmente se l'ente che deve fare la preselezione è lo stesso Comune di Bologna, proprietario del Paladozza, e che nel giugno scorso indice un suo concorso pubblico per assumere 19 impiegati contabili. Un concorso tutto in casa. Alla solita prova di preselezione “sono ammesse 3131 persone”, scrive il Comune in una determina dirigenziale del 22 settembre 2017 (se ne presenteranno al giorno della prova solo 1500). Il Comune ha il Paladozza che può contenere 6000 persone ed è gratis perché di sua proprietà. Figuriamoci se non ne può contenere 3000 o 1500, di persone! E invece no. L'ente decide di pagare 42700 euro a Bologna Fiera spa affittando per il solito quiz di preselezione un padiglione.
Ma perché non farlo al Paladozza che è di proprietà, dove il Comune non spenderebbe nulla? E spendere 42700 euro senza motivo? Perché, scrive il Comune nella determina di settembre, occorre allestire “sedia e tavolo per ogni candidato”. Ma per il quiz di preselezione basta la solita tavoletta rigida, identica a quella dell'ASP o di tutti gli altri enti che hanno fatto le preselezioni al Paladozza! E per 6000 persone invece che 3000 o 1500 che si sono presentati.
La comodità, sedia e tavolo in cui mettere i partecipanti, costa al Comune 42700 euro. Ma i soldi pubblici, dice il principio di economicità e buon andamento dell’amministrazione, non si possono spendere a piacimento. Infatti per questa strana decisione il Comune potrebbe incappare nell'ennesimo danno erariale. Già il sindaco, la sua giunta e due dirigenti sono stati condannati dalla Corte dei Conti per un abuso. Ora arriva la singolare scelta del concorso in casa ma fatto in trasferta.
“Una volta raccolta tutta la documentazione del caso, mi riservo di presentare un esposto alla Corte dei conti, il terzo esposto solo quest'anno”, ha dichiarato il consigliere comunale delle Lega Nord di Bologna Umberto Bosco. “L'Amministrazione bolognese targata PD non è certo insolita a simili forzature. Talvolta si tratta di atti amministrativi molto discutibili sul piano etico ma tecnicamente corretti, in altri casi, come questo, si prefigura invece un possibile il danno erariale.”