Cronache
Coronavirus, 65 mila aziende hanno riaperto senza permesso,false dichiarazioni
La "fase 2" per molte imprese è cominciata, ma adesso rischiano la chiusura definitiva. Controlli a tappeto della Guardia di Finanza
Coronavirus, 65 mila aziende hanno riaperto senza permesso,false dichiarazioni
L'emergenza Coronavirus non si ferma in Italia, ma le aziende hanno fretta di ripartire. La "fase 2" per molte imprese è già iniziata, ma senza permesso e questo potrebbe portare gravi conseguenze. In tutta Italia - si legge sul Corriere della Sera - ci sono 65mila aziende che hanno già ripreso a lavorare pur senza avere alcun permesso. Imprese e negozi hanno chiesto alle prefetture di tornare in attività in deroga ai divieti, non hanno ottenuto risposta entro 30 giorni e hanno comunque riaperto. Il dato ufficiale del Viminale conferma le denunce fatte nei giorni scorsi dai sindacati e dimostra che in realtà per molti la “fase 2” dell’emergenza coronavirus è già cominciata. Istanze di deroga Sono 105.727 le richieste presentate fino all’8 aprile. Di queste 2.296 sono state respinte e 38.534 sono in attesa di risposta. In tutto 64.897 hanno riaperto e il numero potrebbe essere anche più alto se si somma chi non ha voluto attendere il verdetto e intanto è ripartito.
Nell’elenco degli irregolari ci sono anche esercizi commerciali e piccole fabbriche che avrebbero addirittura provato inutilmente a riconvertirsi in pochi giorni e adesso rischiano la denuncia o la chiusura. Saranno gli ispettori del Lavoro a svolgere i controlli sul rispetto delle norme che riguardano la distanza di un metro all’interno dei locali; l’utilizzo di mascherine, guanti e - quando necessario - tute e occhiali; la presenza dei dispenser per disinfettanti; l’ingresso scaglionato e il doppio percorso (entrata e uscita) per i clienti. Entro qualche giorno - prosegue il Corriere - potrebbero invece riaprire regolarmente mobilifici, laboratori di falegnameria, alcune industrie tessili e della moda. Il governo è al lavoro per concedere nuove autorizzazioni dopo le cartolerie, le librerie e i negozi per la vendita di abbigliamento per neonati. La decisione potrebbe essere presa già lunedì 20 aprile.