Cronache

Coronavirus, "boom di multe ai senzatetto. Ma la strada è la loro casa"

Il primo caso a Milano, ora fioccano le denunce in tutta Italia. Avvocati e associazioni lanciano un appello

Il decreto anti-coronavirus impone di non uscire di casa anche ai senzacasa

La prima denuncia pochi giorni fa a Milano: un senzatetto ucraino con regolare permesso di soggiorno era stato multato da una volante della Polizia di Lambrate perché trovato in strada, in opposizione al decreto che impone a tutti di non uscire di casa. Ora i casi si stanno moltiplicando in tutta Italia, ma sembra assurdo chiedere di rimanere in casa a chi una casa non ce l’ha.

Coronavirus, multe in tutta Italia per i senzatetto

Nel frattempo le multe si stanno moltiplicando in tutta Italia, da Modena a Siena, da Milano a Verona: verbali della Polizia per violazione dell'articolo 650 del Codice penale redatti ai senzatetto che vengono trovati per strada. Ma i decreti anti-coronavirus hanno chiuso anche le strutture che di solito ospitano queste persone, che adesso si trovano isolate, senza un posto sicuro in cui stare e senza farmaci né cibo.

Coronavirus e senzatetto, le associazioni lanciano l’allarme

La Croce Rossa aveva già fatto sapere nei giorni scorsi di fare "più fatica del solito a rintracciarli e a spiegare loro che cosa sta succedendo. Ovviamente loro hanno una percezione molto strana della realtà, non si rendono conto dei pericoli e spesso non credono nemmeno a quello che diciamo. In più non c'è cibo, non ci sono aiuti per loro, non ci sono più punti di riferimento”.

Ma in tanti si stanno mobilitando per chiedere al Governo una soluzione.

L’associazione Avvocato di strada, per esempio, ha lanciato un appello con una lettera firmata dal presidente Antonio Mumolo e da una sessantina di legali che operano in tutta Italia. Nella lettera si legge che è assurdo multare queste persone, perché non hanno la possibilità di rispettare il decreto neanche volendo. Se si trovano per strada è perché sono cadute in estrema povertà e bisognerebbe aiutarle, non multarle.

"Bisogna occuparsi, e in fretta, di chi non ha un tetto sulla testa ed è costretto a vagare per le città. Diciamo da più di 20 anni che chi vive in strada ha bisogno di una casa e di una residenza per potersi curare ma oggi, ai tempi del coronavirus, queste necessità assumono una drammatica urgenza. Ad aggiungere un carico su una situazione già paradossale stanno iniziando a fioccare i verbali redatti ai senza tetto. Siamo a lavoro per chiedere le archiviazioni ma intanto continuiamo a porre la nostra domanda. Come fanno a restare a casa le persone che una casa non ce l'hanno?".

Gli avvocati chiedono inoltre di riaprire i centri in grado di ospitarle e di "garantire il diritto alla salute di queste persone consentendo loro l'accesso immediato alle cure ovvero assegnando loro un medico di base pur in assenza di residenza". In questo modo, si potranno tenere sotto controllo le loro condizioni di salute, a beneficio loro e dell’intera comunità.