Cronache

Coronavirus e violenze in casa sulle donne: non sei sola

Di Eleonora Marinelli

La storia della letteratura latina è tempestata di episodi di donne uccise dai loro mariti o costrette al suicidio da circostanze divenute insostenibili

Si riscopre la famiglia, si è abbandonato il frenetico quotidiano, si vive la quotidianità nelle  mura domestiche che sono rifugio, ma spesso per molte donne sono paura… in una realtà surreale come quella attuale tutto è amplificato nel silenzio più assoluto…

Purtroppo il ‘lockdown’ va a incidere molto anche nelle situazioni di violenza domestica a rilevarlo è l’Istat, come dichiarato in un’intervista dalla direttrice Linda Laura Sabbadini.

Infatti si evidenzia il crollo delle chiamate al 1522, dovuto essenzialmente alle limitazioni di libertà, che costringono le donne vittime ad una forzata convivenza con “l’orco”.

Anche l'Onu è intervenuto  sottolineando che nelle famiglie con problemi di violenza familiare, quando si utilizzano strategie di segregazione e quarantena, il rischio di violenza tende ad aumentare.

Bisogna ricordare a tutte le donne che anche in quarantena, anche in questa nuova realtà, anche  in questo atipico momento il 1522 è sempre disponibile.

Uno strumento utile in questi giorni difficili di segregazione: il numero 1522 c’è, l’app 1522 c’è. Attivi 24 ore su 24 attraverso gli operatori e le operatrice pronti ad ascoltare, a supportare e ad aiutare.

Il tempo che stiamo vivendo non si discosta dalle realtà impresse nella storia…

La violenza di genere ha origini antiche…

Dall’antica Roma ad oggi non è cambiato niente.

La storia della letteratura latina è tempestata di episodi di donne uccise dai loro mariti o costrette al suicidio da circostanze divenute insostenibili.

Livio, nel suo Ab Urbe Condita, ci ricorda due celebri episodi quello della patrizia romana Lucrezia e quello della giovane plebea Virginia entrambe suicide per lavare con il proprio sangue la macchia della vergogna.

Ancora lo storico Tacito, in un capitolo degli Annales (XIII, 44), ci tramanda la vicenda di Ponzia Postumia, una donna vissuta al tempo di Nerone, di cui non si conosce nulla eccetto la tragica morte, avvenuta per mano del tribuno della plebe Ottavio Sagitta.

E infine, ma non meno eclatante, la brutalità dell’imperatore Nerone, giacché, come riportato da Svetonio nelle Vitae Caesaris, fu responsabile della morte della madre Agrippina, della prima moglie Ottavia e si accanì con l’amante Poppea, uccisa con un calcio al ventre che ne portava il figlio.

Se facciamo un passo indietro nella Grecia classica, il mito si rende portatore di quale fosse, effettivamente, la percezione che gli uomini avevano della donna. La donna non riesce ad uscire dal ruolo di subordinazione alla figura maschile e viene quindi raffigurata come una vittima: il mito di “Medea” sottolinea chiaramente questi aspetti.

Altri esempi nel campo della letteratura, musica: Otello che soffoca Desdemona, la Carmen di Bizet che viene pugnalata, l’eterea e diafana Pia dei Tolomei , di dantesca memoria, fatta uccidere dal marito che voleva risposarsi con un’altra.

Da questo brevissimo excursus si evince che a morire sono donne che hanno detto no. Che hanno cioè posto il proprio rifiuto a qualcosa che non desideravano più. In questo senso, il femminicidio è la risposta violenta alla libertà femminile. Invece di comprenderla, gli uomini uccidono le donne che hanno osato abbandonarli o che,  in qualche modo,  si sono fatte assertive della propria esistenza nella forma della libertà.

Last but not least, Artemisia Gentileschi figlia di  Orazio Gentileschi, valente pittrice della scuola caravaggesca.

Contravvenendo a tutte le consuetudini della sua epoca che precludevano l’attività pittorica alle donne, avendo un talento precocissimo, Artemisia comincia a lavorare a soli diciassette anni col padre a Roma. Qui incontra il pittore Agostino Tassi, maestro di prospettiva, molto più anziano di lei, che la violenta. Quando il padre della ragazza scopre la relazione, chiede il matrimonio riparatore, ma Agostino Tassi è già sposato. Il padre allora, per salvare l'onore della figlia, lo denuncia per violenza sessuale.

Questo è uno straordinario esempio di coraggio e di rivalsa femminile, Artemisia si batte con tutte le sue forze in un processo particolarmente ostile nei suoi confronti, perché naturalmente non le si crede, addirittura i giudici della Santa Inquisizione arrivano a farla torturare pur di ottenere una confessione che li soddisfi.

Finché le donne saranno vittime di violenze, discriminazioni, mutilazioni, matrimoni forzati,

finché saranno escluse dall'educazione, dal mondo del lavoro, dall'economia, dalla politica, dai posti di responsabilità, dovremo batterci 365 giorni l'anno per affermare il rispetto dei loro diritti fondamentali.

Solo consentendo realmente alle donne di esprimersi pienamente in ogni ambito avremo un mondo più sicuro, più giusto e più prospero.