Cronache

Coronavirus, fase 2: arriva l'ok per bar e ristoranti. Ma il 25% non riaprirà

Troppi debiti, pochi aiuti e tante restrizioni. In molti non riusciranno a ripartire. Difficile un via libera per anticipare la data del 1° giugno

Coronavirus, fase 2: arriva l'ok per bar e ristoranti. Ma il 25% non riaprirà

La "fase 2" è iniziata in Italia, ma le attività che ancora non hanno potuto riaprire sono tante. Tra queste ci sono i bar e i ristoranti, in piena emergenza. Ieri sera è arrivato l'ok dal comitato tecnico-scientifico per farli ripartire dal 1° giugno, ma i tanti non ce la faranno, come riporta il Corriere della Sera. Dovranno rispettare regole strettissime, per questo sono molti i gestori che hanno deciso di non riaprire anche adesso che sono stati autorizzati a preparare il cibo da asporto. Moltissimi quelli che rischiano di rimanere chiusi per sempre. Il via libera del governo alla ripresa anticipata dell’attività di bar e ristoranti, annunciata dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte, potrebbe non essere sufficiente a salvare un settore devastato economicamente dall’epidemia. Perché il «monitoraggio» effettuato dalla Fipe — la federazione pubblici esercenti che comprende anche società di catering, stabilimenti balneari e discoteche—dice che soltanto il 50, 60% ha tirato su la saracinesca. Gli altri preferiscono aspettare di conoscere le regole.

Il risultato è che 50mila imprese su 320mila sono a rischio chiusura, 350mila lavoratori su 1 milione 200mila potrebbero rimane senza occupazione. Ad essere più penalizzati sono i ristoranti. Perché i guadagni con il cibo da asporto non possono certamente coprire i costi e perché anche quando le persone potranno essere accolte nel locale o nelle zone all’aperto, le misure anticontagio potrebbero scoraggiare la maggior parte dei clienti. I camerieri con la mascherina e i tavoli distanziati potrebbero diventare il simbolo di un’emergenza che si vuole evitare quando si esce per svago.