Cronache
Coronavirus, lo studio di Galli: "Il 33enne tedesco probabile paziente 0"
Coronavirus, lo studio di Galli: "Il 33enne tedesco probabile paziente 0 dopo una riunione con una manager di Shangai"
Coronavirus, lo studio di Galli conferma: "Il 33enne tedesco probabile paziente 0 dopo una riunione con una manager di Shangai"
Il 33 paziente tedesco di una città vicino a Monaco, in Germania, potrebbe seriamente essere il paziente 0 europeo colpito dal Coronavirus: lo stesso che ha anche dato avvio all'epidemia in Italia inavvertitamente con i primi focolai, tra cui Codogno. A confermare l'ipotesi di diversi scienziati e medici tedeschi pubblicata qualche giorno fa in una lettera pubblicata sul New England Journal of Medicine, Massimo Galli, direttore dell'ospedale Sacco. A Rete 4 ha mostrato uno studio riguardante cinque sequenze genetiche, tre delle quali relative ai virus isolati in Lombardia, che "sono vicine fra loro nel ramo dell'albero filogenetico del virus, successive a una sequenza isolata a Monaco". Il paziente srebbe arrivato in Italia tra 25 e 25 gennaio dopo essere stato in riunione con una manager arrivata da Shangai e si sarebbe infettato, portandola poi nel Paese.
L'albero genetico del virus
Per Galli c'è un ramo dell'albero filogenetico del coronavirus che comprende le cinque sequenze italiane: una finlandese, due tedesche, una messicana, una brasiliana e quella di Monaco di Baviera. "La nostra ipotesi, che comincia ad avere un'importante base di dati - dice Galli -, è che qualcuno si sia infettato dopo quelle riunioni a Monaco con la manager arrivata da Shanghai e poi abbia portato l'infezione qui".
Coronavirus, ecco chi è il dipendente tedesco probabile paziente 0
Il possibile paziente 0 europeo è un dipendente 33enne della Webasto, storica azienda che produce componenti automobilistici, fondata a Stockdorf, vicino a Monaco. Tre giorni dopo la riunione con la manager di Shangai, il 24 gennaio, l'uomo ha accusato tosse, dolori muscolari e febbre a 39. Nel frattempo la collega cinese, è tornata a casa il 26 gennaio, iniziando a stare male e risultando positiva al coronavirus. Positività poi riscontrata anche nel 33enne. Nonostante l'uomo risulti contagiato, in pochi giorni ha migliorato la sua salute tornando a lavoro il 27 gennaio. Da lì il probabile scoppio del contagio.