Cronache
Coronavirus, l'epidemiologo: "Zaia si fida di chi dice che il Covid è morto"

Andrea Crisanti: "Le sue esigenze politiche hanno prevalso sulle indicazioni della scienza. Ha cambiato la sua mentalità dal 17 marzo"
Coronavirus, l'epidemiologo Crisanti: "Zaia si fida di chi dice che il Covid è morto"
"Questo è il risultato della scelta di Zaia di affidarsi a persone che dicono che il virus è morto. E intanto gli ospedali tornano a riempirsi". Lo dice l'epidemiologo Andrea Crisanti, capo del Comitato Tecnico scientifico del Veneto a Globalist. "Si sta dando la colpa agli immigrati - dice - ma ci sono anche tantissimi italiani contagiati". "A un certo punto - spiega Crisanti al quotidiano - le esigenze politiche hanno prevalso sulle indicazioni della scienza. Era necessaria una comunicazione che invitasse a prudenza e responsabilità". A mancare, secondo lui, è stato il modello di contact tracing efficiente che aveva reso il Veneto un esempio da seguire.
Cambio di mentalità
"La sorveglianza attiva era un concetto che avevo proposto io - spiega -. Ora la maggior parte dei tamponi è stata fatta solo tra il personale sanitario, tralasciando completamente il territorio". Secondo Crisanti, "fino al 17 marzo le cose sono andate bene, poi lui è cambiato. Evidentemente gli ha dato fastidio la mia popolarità e ha voluto attribuire ad altri meriti che non erano loro. Ma non voglio essere associato alle cose che stanno succedendo oggi, il Veneto sta seguendo una linea opposta a quella in cui credo", conclude.