Cronache
Coronavirus, la crisi dell'agricoltura. "A rischio gli asparagi e le fragole"
Il presidente di Confagricoltura lancia l'allarme: "Mancano 200 mila operai agricoli"
Coronavirus, la crisi dell'agricoltura. "A rischio gli asparagi e le fragole"
Il Coronavirus travolge tutto. L'Italia è entrata in crisi non solo negli ospedali ma anche tra gli altri settori in quello agricolo. Il numero dei lavoratori dei campi si è drasticamente ridotto e adesso è emergenza vera, perchè i supermercati cominciano a lamentare una mancanza di merce, frutta e verdura su tutto. "Con le persone colpite dal virus, quelle in quarantena e gli stagionali stranieri rientrati nei Paesi di origine che non possono tornare in Italia per il blocco della circolazione — spiega i l presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti al Corriere della Sera — nelle campagne mancano braccia. E siamo in un momento cruciale: si avvicina la stagione della raccolta degli ortaggi e della frutta estiva. Servono almeno 200 mila persone subito. Per questo abbiamo chiesto strumenti governativi che facilitino le assunzioni, come i voucher, o la possibilità di impiegare persone che hanno perso il lavoro o i cassintegrati. Tutte le culture sono a rischio, a partire dalle prime di asparagi e fragole. In Italia - prosegue - gli operai agricoli sono circa 1,1 milioni. E di questi i lavoratori stranieri regolari sono poco meno di 400 mila, ovvero circa il 36%, la stragrande maggioranza dei quali rumeni. Senza di loro si torna a un’agricoltura con sole braccia italiane, che a memoria non ricordo: gli ultimi campi senza immigrati saranno degli anni 70".
La situazione in Italia. "La circolare del ministero dell’Interno - prosegue Giansanti - che ha prorogato fino al 15 giugno i permessi di soggiorno in scadenza tra il 31 gennaio il 15 aprile è un primo passo. Ma non basta. Bisogna avviare in tempi rapidi l’iter per la definizione di un nuovo decreto flussi che consenta al settore agricolo di impiegare lavoratori non comunitari. E poi bisogna osare di più». Nel fare cosa? «Proprio in queste ore abbiamo scritto alle ministre Teresa Bellanova dell’Agricoltura e Nunzia Catalfo del Lavoro per favorire l’incrocio tra domanda e offerta con il ricorso a manodopera italiana disponibile a lavorare nel settore agricolo, anche se al momento fruisce del Reddito di cittadinanza. Occorre superare dei limiti nomativi, ma basterebbe un emendamento al decreto legge 18/20 per garantire ai datori di lavoro agricolo un esonero contributivo e a chi beneficia del Reddito di cittadinanza un prolungamento del periodo di percezione pari alla durata del rapporto di lavoro stagionale".