Cronache
Coronavirus, la strategia vincente del Veneto. Sistema 'aperto' per i reagenti
I macchinari delle altre regioni costringono ad avere i tamponi della stessa marca della sostanza chimica
Coronavirus, la strategia vincente del Veneto. Sistema 'aperto' per i reagenti
Il Coronavirus in Italia continua ad essere l'argomento all'ordine del giorno da mesi. Non si placa l'emergenza nel Paese. Nella fase 2 ormai ufficialmente iniziata da una settimana le parole d'ordine sono le tre t: testare, tracciare, trattare. Fondamentale diventa quidi effettuare i tamponi, per capire chi è positivo al Covid-19. Ma anche effettuare questi test non è semplice, il perchè lo spiega il Dataroom del Corriere della Sera, sottolineando la differenza tra il Veneto e le altre regioni. Nonostante gli oltre tre milioni di analisi molecolari effettuate, nelle Regioni dove il virus è più diffuso, il loro numero non è sufficiente a completare un buon tracciamento. Ci sono ex contagiati, che stanno bene, ma attendono da quasi un mese di poter fare il tampone definitivo che consenta loro di tornare a lavorare. Per capire perché il numero dei tamponi non decolla come dovrebbe, bisogna andare a vedere come funziona il processo di analisi.
Quelle più diffuse al Nord sono a sistema chiuso: carichi il bastoncino, ed esce l’esito. Sono macchine completamente automatizzate e richiedono una bassissima manualità. Lo svantaggio è che si può utilizzare soltanto il reagente specifico per ogni tipo di analisi (il kit coronavirus è diverso dal kit morbillo) e deve essere della stessa marca della macchina. Con questo sistema chiuso oggi l’ospedale Niguarda di Milano, che processa il numero più alto di tamponi per la Lombardia, fa 1.500 analisi al giorno con 6 macchine. Ma ne arriveranno di nuove e l’obiettivo è arrivare a cinquemila entro giugno.
L’alternativa - prosegue il Corriere - sono le macchine a sistema aperto, quelle utlizzate in Italia dal Veneto, che sono composte da più pezzi: uno che estrae il contenuto del tampone (estrattore, costo medio 99 mila euro), un altro che lo mette a contatto con il reagente (pipettatrice, da 50 mila euro in su) e un amplificatore per vedere se c’è il virus (99 mila euro). Ha il grande vantaggio di poter usare un reagente generico, che è meno difficile da trovare e può essere adattato in casa. A pieno regime può processare oltre 20 mila tamponi al giorno. Condizione possibile con il personale adeguato, estrattori e amplificatori. Oggi il laboratorio di Padova fa intorno alle 5.000 analisi al giorno e l’obiettivo è arrivare a 10 mila.