Cronache

Coronavirus, “Mio padre morto di cancro. Non curato per colpa del Covid"

L'Italia deve fare i conti con i danni collaterali del virus. Molti pazienti oncologici hanno interrotto le visite. Sfogo di Furlan, fondatore di City Angels

“Conosciamo la tragedia dei morti di Covid. Ma non conosciamo la tragedia di chi non è stato curato per altre malattie e ne è morto. Mio padre è morto di cancro il 14 aprile. Ha cominciato a stare male il giorno 1. Avrebbe dovuto fare il controllo a fine febbraio, ma è stato rimandato causa Covid. Forse, se lo avesse fatto, sarebbe ancora qui”. È quanto scrive Mario Furlan, fondatore di City Angels, associazione Onlus milanese. In un post su Facebook, Furlan pone il tema dei malati non Covid-19 trascurati durante l’emergenza sanitaria.  

Centinaia di migliaia di interventi chirurgici rimandati, milioni di visite e accertamenti arretrati e da smaltire, screening e follow up bloccati o al rallentatore. L'Italia uscita dal lockdown deve fare i conti con i danni collaterali del virus: per due mesi gli ospedali sono stati travolti dall'ondata e ridisegnati per far fronte all'emergenza, e molti malati di altre patologie, che certo non hanno smesso di colpire ai tempi del coronavirus, hanno sofferto le limitazioni imposte dalla situazione. Lo scrive l'Agi, fotografando una situazione drammatica.

A partire dai pazienti oncologici, per i quali giorni fa, Lorenzo Spaggiari, che dirige la chirurgia toracica all'Istituto Europeo di Oncologia, ha lanciato l'allarme. Spaggiari afferma che è stato un errore "folle" interrompere le visite. I numeri parlano chiaro: un milione e 190mila pazienti colpiti da tumore in Italia sono in trattamento attivo, cioè devono essere sottoposti con regolarità a chemioterapia, radioterapia, immunoterapia e alle terapie mirate. Ma secondo un sondaggio promosso da un gruppo di associazioni il 36% dei pazienti ha lamentato la sospensione di esami e visite di follow-up. Un paziente su 5 ha segnalato la sospensione degli esami diagnostici, mentre solo un 3% riferisce lo stop delle cure.

Dall'analisi del dato macro-regionale emerge che al Nord, nonostante sia la parte del Paese più colpita dall'emergenza coronavirus, solo il 14% dei pazienti lamenta la sospensione di esami e visite di follow-up mentre al Centro e Sud Italia questa percentuale sale al 40%. A volte è dipeso dagli stessi malati, spaventati dalla situazione: il 20%, secondo la Fondazione Insieme contro il Cancro, non si è presentato in ospedale pur avendo visite di controllo programmate.

Problemi seri anche per l'altro "big killer", il cuore: la pandemia ha fatto registrare una riduzione del 48,4% dei ricoveri per infarto miocardico acuto, secondo uno studio pubblicato sull'European Heart Journal che ha analizzato il numero dei ricoveri nelle unita di terapia intensiva coronarica di 54 strutture cardiologiche universitarie italiane. Ricoveri dimezzati, dunque, e mortalità per infarto triplicata, come ha rilevato una ricerca della Società Italiana di Cardiologia (SIC) in 54 ospedali italiani.