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Cronache
Coronavirus, per le visite ai 'congiunti' non servirà il nome della persona

Coronavirus, per le visite ai 'congiunti' non servirà il nome della persona

L'emergenza Coronavirus continua e in Italia è ancora tutto fermo. Ma lentamente ci si prepara ad affrontare la "fase 2". Dal 4 maggio sarà possibile fare visita ai congiunti (parenti e fidanzati), ma la questione nei giorni scorsi aveva provocato polemiche, soprattutto per le questioni sentimentali, ecco che allora trapelano nuovi dettagi su questa questione. Chi va a visitare i "congiunti" - si legge sul Corriere della Sera - non dovrà indicare le loro generalità. Ecco perché il governo avrebbe deciso di non far stampare un nuovo modulo di autocertificazione. Nella circolare ai prefetti sarà chiarito che per motivi di privacy i cittadini non devono scrivere le generalità del «congiunto» e le forze dell’ordine non potranno chiederlo. E dunque non appare necessario stampare una nuova certificazione. Se questa scelta sarà confermata, al momento del controllo basterà barrare la voce assistenza ai congiunti, anche se non ci sono motivi di urgenza.

È stato ribadito - prosegue il Corriere - che nel momento in cui si esce per fare una passeggiata o si va a fare sport all’aperto non c’è bisogno di avere l’autocertificazione. Questo può avvenire nel comune di residenza, quindi chi abita al mare può fare il bagno e chi sta in montagna può andare nei boschi. Per raggiungerli bisogna però andare a piedi oppure si può usare la bicicletta perche si tratta di attività motoria. La condizione è che si stia da soli, massimo in due, ma in questo caso bisogna mantenere la distanza di almeno due metri. E comunque che non ci si fermi sulla battigia a prendere il sole. Nel decreto tuttora in vigore è infatti contenuto un divieto esplicito a recarsi nelle seconde case. Nel Dpcm valido dal 4 maggio il divieto è stato eliminato e questo ha generato l’equivoco sul fatto che tra gli spostamenti consentiti all’interno della regione ci fosse anche quello per trasferirsi nelle seconde case. Palazzo Chigi ha invece ribadito che non è così perché i motivi giustificati sono soltanto quattro e anche nelle ordinanze regionali che consentono di andare nelle seconde case è specificato che sono permessi soltanto interventi di manutenzione ma poi bisogna rientrare nel proprio domicilio. Una linea che potrebbe essere ribadita con una Faq sul sito del governo.

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