Cronache

Coronavirus:"Così ho scoperto che per Mattia non era una semplice polmonite"

La dottoressa che ha individuato il paziente 1 di Codogno: "Ho pensato che l'impossibile non poteva essere escluso..."

Coronavirus: "Così ho scoperto che per Mattia non era una semplice polmonite"

Il coronavirus in Italia, come è arrivato? Tramite chi? Domande che non hanno ancora risposte precise al momento. Ma nel nostro Paese si è cominciato a parlarne dopo la scoperta del paziente 1, Mattia di Codogno. Ma il merito va attribuito ad una dottoresa dell'ospedale di Codogno che ha avuto l'intuizione, e se fosse Coronavirus..."Quando un malato non risponde alle cure normali - spiega a Repubblica  Annalisa Malara - all'università mi hanno insegnato a non ignorare l'ipotesi peggiore. Per la prima volta farmaci e cure risultavano inefficaci su una polmonite apparentemente banale. Mattia dal 14 febbraio aveva la solita influenza, che però non passava. Il 18 le lastre hanno evidenziato una leggera polmonite e il 19 era già gravissima. A quel punto ho pensato che l'impossibile non poteva essere escluso. Ho chiesto alla moglie se lui avesse avuto rapporti con la Cina e le è venuta in mente la cena con un collega, poi risultato negativo".


Ecco la ricostruzione sul tampone. "Ho dovuto chiedere l'autorizzazione all'azienda sanitaria - prosegue Malara - e mi è stato detto che se lo ritenevo necessario e me ne assumevo la responsabilità potevo farlo. L'obbedienza alle regole mediche è tra le cause che ha permesso a questo virus di girare indisturbato".