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Cospito, la salute e la lettera: "Pronto a morire per far capire il 41-bis

Di Redazione Cronache

Il legale dell'anarchico denuncia il peggioramento delle condizioni e il prossimo ricorso alla Corte europea dei diritti dell'uomo

Alfredo Cospito, le condizioni di salute peggiorano. E la difesa valuta il ricorso alla Corte Edu

Sono ormai 133 i giorni di sciopero della fame messi in atto dall’anarchico Alfredo Cospito, detenuto in regime di 41-bis nel carcere di Opera. Il suo fisico è “estremamente provato, ha perso circa 50 kg. Ritenere che possa dare ordini, un evidente ossimoro per un anarchico, gli fa vivere questa condizione detentiva al 41-bis come una violenza ed è determinato ad andare avanti” ha dichiarato l’avvocato Flavio Rossi Albertini nel corso della conferenza stampa al Senato a cui ha partecipato anche il professor Luigi Manconi e i parlamentari Peppe De Cristofaro, Gianni Cuperlo, Riccardo Magi, Ilaria Cucchi, Angelo Bonelli.

“Dopo la pronuncia della Cassazione ha voluto sospendere gli integratori ma il morale è fiero, determinato e convinto delle proprie ragioni e speranzoso - ha spiegato il difensore di Cospito - di vincere la sua battaglia, una battaglia per la vita. Non ha aspirazioni suicide”. Poi chiosa: “Faremo ricorso alla Cedu. Riteniamo che esistono diversi profili da portare davanti alla corte di Strasburgo. Stiamo analizzando la possibilita’ di richiedere un provvedimento di urgenza”.

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Alfredo Cospito, la lettera dal carcere di Opera: “Pronto a morire per far conoscere il 41-bis”

È lo stesso anarchico, però, a prendere parola in una lettera scritta dal carcere, e letta proprio da Rossi Albertini: “Il più grande insulto per un anarchico è quello di essere accusato di dare o ricevere ordini. Quando ero al regime di alta sorveglianza avevo comunque la censura e non ho mai spedito pizzini ma articoli per riviste anarchiche: mi era permesso di leggere quello che volevo, di evolvere. Oggi sono pronto a morire per far conoscere al mondo cosa è veramente il 41-bis. Settecentocinquanta persone lo subiscono senza fiatare”. E ancora: “Sono convito che la mia morte - si legge in un altro passaggio - porrà un intoppo a questo regime e che i 750 che subiscono da decenni il 41-bis possano vivere una vita degna di essere vissuta, qualunque cosa abbiano fatto. Amo la vita, sono un uomo felice non vorrei scambiare la mia vita con quella di un altro. È proprio perché la amo non posso accettare questa non vita senza speranza”.

Caso Cospito, gli anarchici annunciano un presidio a Milano davanti a alla sede FdI 

Nel frattempo per giovedì 2 marzo è previsto un presidio solidale, a partire dalle ore 18, davanti alla sede di Fratelli d'Italia in corso Buenos Aires a Milano. Per gli organizzatori gli esponenti del governo Meloni "non sono soltanto i responsabili politici della condanna a morte del compagno, ma anche di tutte quelle morti che 'ordinariamente' avvengono all'interno delle carceri italiane, delle centinaia di morti che lo Stato assassina quotidianamente sul posto di lavoro, nelle guerre imperialiste finanziate e appoggiate anche dall'Italia, delle morti sui confini e nel mar Mediterraneo. Andiamo a gridare tutta la nostra rabbia sotto le finestre di questi assassini"si legge nel comunicato diffuso sui social da Galipettes Milano.