Cronache
Covid, usura in crescita del +6,5 %. Rischio liquidità per 100 mila imprese
“L’infezione sanitaria del virus affianca l’infezione finanziaria mafiosa". Il maggior aumento di interdittive registrato dal Viminale è stato in Campania
Ascesa del numero di interdittive antimafia (in media sei al giorno nei primi nove mesi dell’anno), 23 prime attività pre investigative collegate alla criminalità organizzata e 128 soggetti monitorati, fenomeni di usura in crescita del 6,5%, rischio liquidità per circa 100 mila imprese società di capitali e allarme per i cybercrime in crescita rispetto allo scorso anno. ‘Mafie e Covid sembrano fatti l’uno per l’altro”, sottolineano gli autori del rapporto “La tempesta perfetta. Le mani della criminalità organizzata sulla pandemia” curato da Libera e da Lavialibera.
Dal turismo e ristorazione al settore sanitario e a quello dei rifiuti, dagli appalti all'energia passando per la grande finanza, “l’infezione sanitaria del virus affianca l’infezione finanziaria mafiosa. L’emergenza in atto, inaspettata e di enormi proporzioni, potrebbe determinare una crescita esponenziale dei profitti derivanti dal malaffare. E se la rapida diffusione del Coronavirus in Italia ha colto tutti impreparati, ciò non succede per le grandi organizzazioni criminali che sono in grado di farvi fronte più agevolmente perché nel loro tessuto connettivo è insita la capacità di rapido adattamento ai mutamenti economici e sociali”.
Tra gennaio e settembre, il Viminale ha registrato 1.637 interdittive (nello stesso periodo del 2019 erano state 1.540) con un incremento del 6,3%. Gli aumenti maggiori si registrano in Campania, che passa dalle 142 interdittive del 2019 alle 268 di quest’anno (+229%) ed Emilia Romagna (+89%).