Cronache

Delitto Garlasco, 15 anni dopo: bufera su "Le Iene" per lo speciale con Stasi

La famiglia e l'avvocato di Chiara Poggi protestano per l'intervista con il fidanzato della vittima, condannato per il suo omicidio

Il delitto di Garlasco – la polemica contro “Le Iene” che intervistano Alberto Stasi

15 anni dopo, il delitto di Garlasco fa ancora discutere. In occasione della ricorrenza Italia 1 domenica 14 agosto trasmette uno speciale de “Le Iene” sull'omicidio di Chiara Poggi. Nel programma ci sarà anche un'intervista ad Alberto Stasi, il fidanzato della ragazza, condannato in via definitiva per il delitto. La famiglia Poggi non ci sta e, tramite il suo avvocato Gianluigi Tizzoni, protesta: "Si continua a mistificare la realtà senza contraddittorio" -ha detto il legale a La Provincia Pavese - “E il contraddittorio, ci terrei a sottolineare, non è la famiglia Poggi, ma è lo Stato italiano che con sentenze di Cassazione e delle Corti di appello ha accertato al di là di ogni ragionevole dubbio la responsabilità di Stasi per l'uccisione di Chiara Poggi”. 

“L'unica cosa che non è stata approfondita della vicenda sono le circostanze di cui si è avvantaggiato Stasi per essere assolto finché la Cassazione nel 2013 ha finalmente disposto che venisse svolto un processo rispettando le regole del codice di procedura penale".

"I giudici scrivono testualmente delle molte criticità di alcuni degli accertamenti svolti, riconducibili a errori e negligenze anche gravi, e non solo all'inesperienza, degli inquirenti. Non si può negare che in molte occasioni sia stato proprio Stasi, personalmente e non solo, a indirizzare e ritardare le indagini in modo determinante e a sé favorevole”.

alberto stasi ape
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il delitto di Garlasco – l'omicidio di Chiara Poggi

La mattina del 13 agosto 2007 Chiara Poggi viene trovata morta nella sua casa di Garlasco, in provincia di Pavia. Il caso da subito suscita un'enorme clamore mediatico, anche perché la giovane impiegata, di soli 26 anni, evidentemente conosceva il suo assassino, al quale ha aperto la porta ancora in pigiama, salvo poi essere finita con un corpo contudente.

Con i genitori e il fratello della ragazza in vacanza, a scoprire il cadavere e dare l'allarme è il suo fidanzato, lo studente della Bocconi Alberto Stasi, di 24 anni. Alcune circostanze, tuttavia, non convincono gli inquirenti, a partire dalle scarpe del ragazzo, troppo pulite per chi è entrato sui una scena del crimine così sporca di sangue. 

Il delitto di Garlasco – l'iter processuale e le sentenze

Le indagini quindi si concentrano su Alberto Stasi e inizia una lunga processuale che porta all'assoluzione con sentenza di primo grado, il 17 dicembre 2009. Stasi viene assolto per non aver commesso anche nel processo di appello, concluso il 7 dicembre 2011, ma questa sentenza viene annullata in Cassazione a seguito del ritrovamento di nuovi reperti fin trascurati, come un capello rinvenuto tra le mani di Chiara e dei residui di DNA sotto le sue unghie.

Tuttavia, la stessa Corte di Cassazione con lo stesso provvedimento spiega di ritenere difficile che si possa “pervenire a un risultato, di assoluzione o di condanna, contrassegnato da coerenza, credibilità e ragionevolezza”, considerando quindi “impossibile condannare o assolvere Alberto Stasi”.

I nuovi esami scientifici condotti sui reperti portano alla sentenza di condanna nell'appello-bis del 17 dicembre 2014, con 24 anni di reclusione che vengono poi ridotti a 16, grazie al rito abbreviato. Alberto Stasi viene condannato per omicidio volontario, ma con l'esclusione delle aggravanti della crudeltà e della premeditazione.

Il pm fa ricorso per ottenere anche tali aggravanti, mentre la difesa chiede l'annullamento della condanna, visti i dubbi che rimangono irrisolti. Il 12 dicembre 2015 la Corte di Cassazione conferma la sentenza, condannando in via definitiva Stasi a 16 anni di reclusione. Attualmente, Stasi è detenuto presso il carcere milanese di Bollate.