Cronache

Di Pietro: Mani Pulite ha distrutto i vecchi partiti per farne di personali

Giuseppe Vatinno

Di Pietro e Mani Pulite, una autocritica

Antonio Di Pietro, qualche giorno fa, ha espresso considerazioni di autocritica su Mani Pulite e cioè su quel periodo della storia italiana che vide la fine della cosiddetta Prima Repubblica e il traghettamento -ancora ampiamente incompiuto- verso la Seconda; anzi, con il nuovo sistema elettorale, frutto dei rimaneggiamenti della Corte Costituzionali, si rischia il ritorno alla Prima.

Mani Pulite che ricordiamolo iniziò nel 1992 è ancora troppo vicina per essere giudicata dalla Storia. Ci vorrà tempo, ci vorranno i documenti, ci vorrà una diversa sensibilità politica, ma anche e soprattutto sociologica.

Ma resta il fatto che il principale protagonista di quella stagione pre - grillina -diciamo così- ha svolto alcune considerazioni critiche su quel periodo arrivando alla conclusione che non tutto si può risolvere con l’utilizzo della legge, soprattutto in politica dove la sensibilità istituzionale e amministrativa devono far ragionare, fermo restando l’applicazione della legge stessa.

Di Pietro ha detto che con la Prima Repubblica sono venuti giù non solo i corrotti, ma anche partiti storici che hanno fatto l’Italia, come la Democrazia Cristiana e i Socialisti che vennero letteralmente annientati dall’inchiesta Mani Pulite e furono sostituiti dagli attuali partito personali.

Questo ragionamento Di Pietro lo ha fatto dopo che qualche giorno prima aveva parlato di sua “vicinanza” più agli ex - Ulivo di Mdp che ai Cinque Stelle anche perché loro non permettono di fare politica a chi è già stato nelle istituzioni.

Non so se le due esternazioni sono in qualche modo collegate ma resta l’importante dichiarazione teorica di ripensamento non su quella inchiesta che cambiò l’Italia, ma sulla metodologia usata.