Disturbatori seriali: ecco il duo Giusino-Fortini
Il primo che cominciò a scassare le glorie dei giornalisti fu il mitico Gabriele Paolini. Ora ecco Mauro Fortini e Niki Giusini
Di Giuseppe Vatinno
I giornalisti non sempre sono amati dal pubblico perché vengono ritenuti qualche volta faziosi ed eccessivi ma in ogni caso sono sentinelle della democrazia e cioè un mondo senza libertà di stampa sarebbe un mondo più triste e meno ricco.
Se guardiamo infatti come sono trattati i giornalisti in quegli stato in cui vi sono dittature più o meno mascherate ci accorgiamo della difficoltà del ruolo e del rischio che il “mestiere” comporta.
Il primo che cominciò a scassare le glorie dei giornalisti fu il mitico Gabriele Paolini (preso a calci da Paolo Frajese in una memorabile diretta), uno spilungone allampanato che si piazzava dietro la telecamera spesso con un preservativo e faceva boccacce e mossette; poi Paolini incappò in una serie di guai giudiziari per induzione alla prostituzione minorile e tentata violenza sessuale e smise (speriamo per sempre) di infastidire chi fa il suo lavoro.
Da qualche anno tuttavia, due emuli romani altrettanto inquietanti sono comparsi a sostituirlo sulla scena mediatica: si tratta di una coppia di saltimbanchi che si piazza uno a destra e l’altro a sinistra del giornalista o dell’intervistato durante le riprese in diretta; quello più anziano dal volto pasoliniano bruciato da chissà quali esperienze, Mauro Fortini (diploma da odontotecnico), brandisce una penna bic blu che si ficca in continuazione in bocca (la Ravetto gli disse di ficcarsela in altro posto in un’altra memorabile diretta) o nelle nari e che rotea senza tregua dietro il malcapitato; l’altro, un giovane, Niki Giusini (grafico pubblicitario) in carne (113 kg) dal pelo roscio si limita a fare smorfie e contorsioni.
Fortini è un disoccupato che vive di espedienti e che si definisce “presenzialista” e non “disturbatore” come l’odiato Paolini (tiene a precisare).
Giusino ammette che “vojo fa’ televisione” e quindi spera di lavorare seguendo il percorso dell’estorsione della pazienza.
Si alzano all’alba e consultano per prima cosa le pagine del Televideo romano e poi da lì programmano le loro azioni di disturbo a zonzo per la città fino alle dirette serali.
Va da sé che solo pochi giornalisti e politici si ribellano alle prepotenze del duo perché hanno paura di rappresaglie durante le dirette televisive anche se qualcuno c’è stato come la Russa che gli ha dato del “coglione”.
Per ora li hanno menati solo i compagni della Cgil quando hanno tentato di disturbare le riprese di un corteo ma il fronte dei giornalisti e politici perseguitati aumenta di giorno in giorno…